La condanna dei lupi in Trentino: una decisione controversa tra scienza e tutela

Giustizia per i Lupi: Quando la Scienza Sfida le Decisioni Politiche!
Un Decreto Controverso: La Scelta di Abbattere i Lupi
Il Presidente della Provincia Autonoma di Trento ha recentemente siglato un provvedimento che autorizza l'abbattimento di due esemplari di lupo. Questa determinazione, che evoca analoghe situazioni passate, si fonda sulla presunta responsabilità dei lupi in atti predatori avvenuti in prossimità di Malga Boldera. Tuttavia, le prime indagini rivelano che le infrastrutture di protezione, quali le recinzioni, erano in uno stato di grave degrado e la strategia di prevenzione adottata si è rivelata inadeguata.
Le Lacune Strutturali: Prevenzione Inadeguata e Irresponsabile
Il Corpo Forestale trentino ha evidenziato come la recinzione di Malga Boldera presentasse evidenti problemi di manutenzione, inclusa la presenza di erba alta che comprometteva l'efficacia del sistema elettrificato. Inoltre, la distanza tra i fili elettrificati era tale da facilitare il superamento della barriera da parte degli animali selvatici. Queste carenze dimostrano una chiara negligenza nell'applicazione di misure preventive efficaci.
La Voce delle Associazioni: Un Appello per la Tutela della Biodiversità
Le principali associazioni animaliste, tra cui ENPA, LAV, LNDC Animal Protection e WWF, hanno espresso il loro forte disappunto per la decisione provinciale. Sottolineano come l'abbattimento dei lupi sia una soluzione drastica e ingiustificata, adottata per compiacere una parte degli allevatori che non si adeguano alle necessarie pratiche di prevenzione. Le organizzazioni ribadiscono che la coesistenza con i predatori richiede strategie basate sulla scienza, non sulla violenza.
Il Parere di ISPRA: Contraddizioni e Raccomandazioni Ignorate
Anche il parere di ISPRA, pur fornendo un'approvazione condizionata all'uccisione dei lupi, ha sottolineato l'assenza di cani da guardiania a Malga Boldera e la necessità di valutare l'introduzione graduale di tali animali per una maggiore dissuasione. Questo suggerimento, che mira a una protezione superiore rispetto al solo recinto elettrificato, non è stato pienamente recepito. Le associazioni criticano l'incoerenza di un parere che, da un lato, rileva carenze nella prevenzione e, dall'altro, considera soddisfatti i criteri per le deroghe.
La Reazione Legale: Ricorso al TAR per Fermare la Violenza
Considerando la gravità della situazione e la percezione di una violazione dei principi di tutela della biodiversità, le associazioni si preparano a presentare un ricorso al TAR di Trento. L'obiettivo è fermare quella che viene definita una politica di gestione dei grandi carnivori basata su soluzioni sproporzionate, inefficaci e prive di fondamento scientifico. La loro azione legale mira a proteggere la fauna selvatica e a promuovere un approccio più etico e razionale alla coesistenza.
Il Precedente Pericoloso: Rischio di Superamento del Limite di Rimozione
Le associazioni evidenziano un ulteriore motivo di preoccupazione: l'uccisione di altri due lupi in Trentino supererebbe il limite annuale di 3-5 esemplari che, secondo il protocollo ISPRA, possono essere rimossi senza compromettere lo stato di conservazione della popolazione. Questa eventualità solleva interrogativi sulla sostenibilità delle decisioni provinciali e sul rispetto delle linee guida per la gestione della fauna selvatica.
La Via della Coesistenza: Necessità di Logica e Competenza
La gestione del conflitto tra attività umane e grandi carnivori richiede un approccio basato sulla logica, sulla competenza e sulla scienza, piuttosto che su soluzioni populiste e inefficaci. Continuare a perseguire l'uccisione come metodo risolutivo è controproducente e non porterà a una soluzione duratura del problema. È fondamentale investire in strategie preventive e promuovere una convivenza armonica, nel rispetto della biodiversità e degli equilibri naturali.