Animali
La condanna dei lupi in Trentino: una decisione controversa tra scienza e tutela
2025-09-05
La gestione dei grandi carnivori, in particolare dei lupi, è un tema complesso che vede spesso contrapporsi esigenze umane e principi di conservazione della natura. Questa vicenda in Trentino mette in luce le sfide legate alla coesistenza tra uomo e fauna selvatica, evidenziando come decisioni politiche possano scontrarsi con le raccomandazioni scientifiche e le azioni delle organizzazioni per la protezione animale.

Giustizia per i Lupi: Quando la Scienza Sfida le Decisioni Politiche!

Un Decreto Controverso: La Scelta di Abbattere i Lupi

Il Presidente della Provincia Autonoma di Trento ha recentemente siglato un provvedimento che autorizza l'abbattimento di due esemplari di lupo. Questa determinazione, che evoca analoghe situazioni passate, si fonda sulla presunta responsabilità dei lupi in atti predatori avvenuti in prossimità di Malga Boldera. Tuttavia, le prime indagini rivelano che le infrastrutture di protezione, quali le recinzioni, erano in uno stato di grave degrado e la strategia di prevenzione adottata si è rivelata inadeguata.

Le Lacune Strutturali: Prevenzione Inadeguata e Irresponsabile

Il Corpo Forestale trentino ha evidenziato come la recinzione di Malga Boldera presentasse evidenti problemi di manutenzione, inclusa la presenza di erba alta che comprometteva l'efficacia del sistema elettrificato. Inoltre, la distanza tra i fili elettrificati era tale da facilitare il superamento della barriera da parte degli animali selvatici. Queste carenze dimostrano una chiara negligenza nell'applicazione di misure preventive efficaci.

La Voce delle Associazioni: Un Appello per la Tutela della Biodiversità

Le principali associazioni animaliste, tra cui ENPA, LAV, LNDC Animal Protection e WWF, hanno espresso il loro forte disappunto per la decisione provinciale. Sottolineano come l'abbattimento dei lupi sia una soluzione drastica e ingiustificata, adottata per compiacere una parte degli allevatori che non si adeguano alle necessarie pratiche di prevenzione. Le organizzazioni ribadiscono che la coesistenza con i predatori richiede strategie basate sulla scienza, non sulla violenza.

Il Parere di ISPRA: Contraddizioni e Raccomandazioni Ignorate

Anche il parere di ISPRA, pur fornendo un'approvazione condizionata all'uccisione dei lupi, ha sottolineato l'assenza di cani da guardiania a Malga Boldera e la necessità di valutare l'introduzione graduale di tali animali per una maggiore dissuasione. Questo suggerimento, che mira a una protezione superiore rispetto al solo recinto elettrificato, non è stato pienamente recepito. Le associazioni criticano l'incoerenza di un parere che, da un lato, rileva carenze nella prevenzione e, dall'altro, considera soddisfatti i criteri per le deroghe.

La Reazione Legale: Ricorso al TAR per Fermare la Violenza

Considerando la gravità della situazione e la percezione di una violazione dei principi di tutela della biodiversità, le associazioni si preparano a presentare un ricorso al TAR di Trento. L'obiettivo è fermare quella che viene definita una politica di gestione dei grandi carnivori basata su soluzioni sproporzionate, inefficaci e prive di fondamento scientifico. La loro azione legale mira a proteggere la fauna selvatica e a promuovere un approccio più etico e razionale alla coesistenza.

Il Precedente Pericoloso: Rischio di Superamento del Limite di Rimozione

Le associazioni evidenziano un ulteriore motivo di preoccupazione: l'uccisione di altri due lupi in Trentino supererebbe il limite annuale di 3-5 esemplari che, secondo il protocollo ISPRA, possono essere rimossi senza compromettere lo stato di conservazione della popolazione. Questa eventualità solleva interrogativi sulla sostenibilità delle decisioni provinciali e sul rispetto delle linee guida per la gestione della fauna selvatica.

La Via della Coesistenza: Necessità di Logica e Competenza

La gestione del conflitto tra attività umane e grandi carnivori richiede un approccio basato sulla logica, sulla competenza e sulla scienza, piuttosto che su soluzioni populiste e inefficaci. Continuare a perseguire l'uccisione come metodo risolutivo è controproducente e non porterà a una soluzione duratura del problema. È fondamentale investire in strategie preventive e promuovere una convivenza armonica, nel rispetto della biodiversità e degli equilibri naturali.

Salvataggio eroico a Roma: un'istrice ferita ottiene una seconda chance grazie all'intervento di ENPA e al sostegno cittadino
2025-09-05
Questa narrazione mette in luce un'urgente problematica presente nella capitale italiana: l'assenza di un sistema organizzato per il soccorso della fauna selvatica in difficoltà. Attraverso il racconto del salvataggio di un'istrice, il testo evidenzia le sfide incontrate dai cittadini e dalle associazioni nel tentativo di fornire assistenza agli animali selvatici feriti, ponendo l'accento sulla necessità di un dialogo tra le istituzioni per istituire un servizio efficace e continuo.

Una vita salvata, un appello disperato: l'urgenza di un servizio stabile per la fauna selvatica a Roma.

Il ritrovamento di un istrice ferito: un campanello d'allarme per la capitale

Una cittadina attenta ha fatto una scoperta preoccupante: un istrice si trovava in gravi condizioni, immobile, ai Monti della Farnesina, nel cuore di Roma. Nonostante i tentativi di ottenere aiuto dalle forze dell'ordine locali, l'animale non ha ricevuto l'assistenza immediata necessaria, evidenziando una lacuna significativa nei servizi di soccorso alla fauna selvatica urbana.

La carenza di un servizio dedicato: un problema cronico e le sue conseguenze

Questo episodio ha riportato prepotentemente alla luce una criticità ben nota ma irrisolta: la mancanza di un servizio strutturato e costantemente operativo per il recupero degli animali selvatici in difficoltà sul territorio romano. Tale assenza si traduce frequentemente in ritardi pericolosi che possono compromettere la sopravvivenza degli animali, come dimostrato dalla difficile situazione dell'istrice.

L'intervento risolutivo di ENPA e la collaborazione istituzionale

Di fronte all'emergenza, l'Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) di Roma è intervenuto prontamente. Grazie alla sinergia con l'Ufficio della Garante degli Animali di Roma Capitale, Patrizia Prestipino, è stato possibile rintracciare rapidamente una guardia zoofila qualificata. Questo intervento coordinato ha permesso di recuperare l'istrice e di garantirle le cure urgenti di cui aveva disperatamente bisogno.

Un lieto fine che non nasconde le criticità: l'appello di ENPA

Sebbene la storia dell'istrice abbia avuto un esito positivo, l'ENPA di Roma ha sottolineato che un singolo successo non può oscurare la gravità del problema di fondo. L'organizzazione ha ribadito l'indispensabile necessità di avviare un dialogo costruttivo tra il Comune di Roma e la Regione Lazio. L'obiettivo primario è istituire un servizio di soccorso per la fauna selvatica stabile e ininterrotto, garantendo una rete di protezione efficace per tutti gli animali feriti.

La biodiversità urbana e la crescente richiesta di tutela

Il caso dell'istrice della Farnesina si inserisce in un quadro più ampio di emergenze legate alla fauna selvatica. Data l'estensione e la ricchezza della biodiversità presente a Roma, è sempre più frequente la coesistenza tra specie selvatiche e ambiente urbano. Senza un sistema dedicato di intervento, un numero crescente di animali rischia di rimanere senza protezione, evidenziando l'urgenza di colmare questa lacuna per la salvaguardia della fauna cittadina.

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Salvati in Somalia Dieci Cuccioli di Ghepardo Dalle Grinfie del Commercio Illegale
2025-09-05

Un gruppo di dieci cuccioli di ghepardo, nati in cattività e destinati a finire nelle mani del mercato illegale di animali esotici a livello internazionale, è stato fortunatamente tratto in salvo nella regione del Somaliland, un'area autonominatesi della Somalia. Questi esemplari giovanissimi hanno sopportato mesi di abusi e privazioni, ma ora sono stati affidati alle cure compassionevoli del Cheetah Conservation Fund (CCF).

Nonostante la loro condizione generale sia stabile, i cuccioli mostravano evidenti segni di grave malnutrizione e soffrivano di limitazioni motorie, conseguenza diretta di essere stati tenuti incatenati e confinati per lunghi periodi. Laurie Marker, la fondatrice del CCF, ha descritto situazioni strazianti: un cucciolo di otto mesi incapace di muoversi autonomamente dopo sei mesi di prigionia, e un altro di cinque mesi gravemente sottopeso, con ferite estese sul corpo e infestato da parassiti sottocutanei. Il processo di recupero è estremamente delicato e richiede un approccio graduale all'alimentazione per prevenire la sindrome da rialimentazione, una condizione pericolosa che può colpire anche gli esseri umani dopo periodi prolungati di fame.

Nel corso dell'operazione di salvataggio, avvenuta nel distretto settentrionale di Sallahley, due individui sono stati arrestati con l'accusa di detenzione illegale dei cuccioli. Il Direttore del Ministero dell'Ambiente, Abdinasir Hussein Said, ha rivelato che questi dieci ghepardi si aggiungono ai 109 animali già recuperati in precedenti interventi simili. Egli ha inoltre sottolineato l'importanza cruciale della collaborazione della cittadinanza nel denunciare qualsiasi attività sospetta legata al traffico di fauna selvatica. Il Somaliland funge da snodo cruciale per il commercio illecito di animali, con centinaia di ghepardi e leopardi che vengono prelevati dal Corno d'Africa e poi spediti verso i paesi del Golfo attraverso il Golfo di Aden. La detenzione di animali selvatici da parte di privati è proibita, e le autorità locali portano avanti con regolarità operazioni mirate a contrastare i trafficanti. Hussein ha evidenziato come la protezione della fauna nei suoi ambienti naturali sia fondamentale, non solo per il benessere degli animali ma anche per mantenere l'equilibrio dell'ecosistema. La separazione dei cuccioli dalle loro madri causa un trauma profondo e può condurre alla morte delle genitrici, aumentando ulteriormente la vulnerabilità dei piccoli. Gli esperti di conservazione, sia a livello locale che internazionale, lanciano l'allarme sull'incremento della domanda di animali esotici nei paesi del Golfo, un fattore che alimenta il commercio illecito e minaccia gravemente gli ecosistemi della regione.

La storia di questi dieci cuccioli di ghepardo salvati in Somalia è un potente promemoria della resilienza della vita e dell'importanza inestimabile degli sforzi congiunti per la conservazione. Nonostante abbiano affrontato indicibili sofferenze, la loro salvezza dimostra che l'impegno umano, quando guidato dalla compassione e dalla determinazione, può fare una differenza significativa. Questa vicenda ci invita a riflettere sulla nostra responsabilità collettiva nel proteggere le specie vulnerabili e i loro habitat, promuovendo un futuro in cui la fauna selvatica possa prosperare, libera dalle minacce del commercio illegale e dell'avidità umana. Sostenere le organizzazioni che combattono questo traffico disumano e sensibilizzare l'opinione pubblica sono passi essenziali per garantire giustizia per questi animali innocenti e preservare la biodiversità del nostro pianeta per le generazioni future.

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