La Mappa del Mondo: Una Riscoperta Geopolitica e Culturale

Il dibattito sulla rappresentazione cartografica del nostro pianeta ha riacceso i riflettori su una questione ben più profonda della semplice geografia: quella dell'influenza delle mappe sulla nostra percezione del mondo, sulla politica globale e sull'identità culturale. Per oltre quattro secoli, la proiezione di Mercatore ha dominato la cartografia mondiale, con conseguenze significative sulla visualizzazione e sulla comprensione delle reali dimensioni dei continenti. Questa proiezione, sebbene utile per la navigazione, ha drasticamente alterato la grandezza di alcune aree, in particolare quelle vicine all'equatore, come l'Africa, e ha ingigantito quelle prossime ai poli. Questa distorsione non è stata solo una questione tecnica, ma ha contribuito a modellare una visione sbilanciata del mondo, con implicazioni di vasta portata che vanno dall'educazione all'economia, fino alla geopolitica.
In questo contesto, la recente iniziativa dell'Unione Africana di promuovere una nuova rappresentazione del mondo, basata sulla proiezione Equal Earth, non è solo una richiesta di accuratezza cartografica. È un appello a riconsiderare il nostro modo di percepire le relazioni tra i popoli e i continenti, a correggere narrative storiche e a promuovere una maggiore equità nella rappresentazione globale. Questo movimento si inserisce in un dibattito più ampio sull'impatto delle rappresentazioni visive nella formazione dell'immaginario collettivo e sottolinea l'importanza di strumenti che riflettano la realtà in modo più fedele e imparziale. Tale cambiamento non riguarda solo la forma, ma la sostanza di come ci relazioniamo con il nostro pianeta e con le diverse culture che lo abitano, spingendoci a superare visioni obsolete e a costruire una comprensione più inclusiva e rispettosa della diversità globale.
L'Africa chiede una nuova rappresentazione
La proiezione di Mercatore, creata nel 1569, è stata a lungo lo standard per le mappe mondiali, presente in ogni aula scolastica. Tuttavia, questa rappresentazione ingrandisce in modo significativo le regioni polari e riduce quelle equatoriali, portando a una percezione errata delle reali dimensioni dei continenti. Per esempio, la Groenlandia appare quasi della stessa grandezza dell'Africa, quando in realtà il continente africano è circa quattordici volte più esteso. Questa distorsione ha avuto un impatto profondo sulla percezione globale dell'Africa, contribuendo a un'immagine del continente come periferico e marginale, con ripercussioni culturali e politiche che hanno perpetuato stereotipi per secoli.
Per contrastare questa disinformazione storica, l'Unione Africana, che comprende 55 Stati membri, ha ufficialmente appoggiato la campagna internazionale “Correct The Map”. Questa iniziativa, promossa da organizzazioni come Africa No Filter e Speak Up Africa, mira a sostituire la proiezione di Mercatore con la più recente Equal Earth, sviluppata nel 2018. L'obiettivo è offrire una rappresentazione che rifletta le proporzioni reali dei continenti, correggendo così l'immagine distorta che ha influenzato l'educazione e la politica internazionale per secoli. La campagna sottolinea come questa non sia solo una questione geografica, ma una battaglia per la dignità e il riconoscimento del continente africano sulla scena mondiale, mirando a smantellare i pregiudizi e a costruire una narrazione più equa e veritiera.
L'impatto sulla percezione e l'identità
Le mappe non sono semplici strumenti geografici, ma potenti veicoli che plasmano la nostra comprensione del mondo e influenzano la nostra identità collettiva. La proiezione di Mercatore, con le sue distorsioni, ha contribuito a radicare una visione del mondo centrata sull'Europa e sul Nord America, relegando il Sud globale in una posizione secondaria. Questa rappresentazione ha avuto un effetto particolarmente negativo sull'autopercezione degli africani, in quanto la riduzione delle dimensioni del loro continente ha alimentato un senso di marginalità e ha influenzato l'orgoglio e l'identità, specialmente nei bambini che crescono con queste immagini.
La campagna “Correct The Map” mira a superare questa eredità coloniale e a promuovere una visione più equa del mondo. L'adozione della proiezione Equal Earth nelle scuole africane è un passo fondamentale per restituire alle nuove generazioni una rappresentazione più veritiera e valorizzante del loro continente. Questo cambiamento non si limita alla cartografia, ma ha implicazioni geopolitiche profonde. Riconoscere le reali dimensioni dell'Africa significa anche riconoscere il suo peso demografico, economico e politico, e la sua centralità nelle sfide globali, dall'ambiente all'economia. La richiesta dell'Unione Africana, sostenuta anche da altre regioni come la Comunità Caraibica, è un invito a ridefinire il linguaggio con cui descriviamo le relazioni tra i continenti, perché la geografia, nella sua essenza, è uno specchio delle relazioni di potere. Correggere la mappa è il primo passo per correggere il nostro sguardo verso il futuro e costruire un mondo più equo e inclusivo.