Cefalopodi trattati: Riconoscere seppie e calamari sbiancati con perossido di idrogeno

Decifrare il Piatto di Mare: Consigli per l'Acquisto Consapevole
L'adozione europea della pratica del perossido di idrogeno nei prodotti ittici
A partire dal 2016, l'Italia ha seguito la tendenza di altri stati europei, come la Spagna, autorizzando l'impiego di perossido di idrogeno nel trattamento dei cefalopodi. Secondo l'agronomo Daniele Paci, questa sostanza, apprezzata per le sue propriet\u00e0 sbiancanti, \u00e8 utilizzata per migliorarne l'aspetto estetico. Serve a eliminare macchie e odori sgradevoli che possono emergere durante la conservazione, offrendo una soluzione puramente cosmetica.
La verit\u00e0 nascosta dietro il trattamento: il perossido non migliora la qualit\u00e0 del prodotto
Va sottolineato che il trattamento con perossido di idrogeno non ripristina in alcun modo la freschezza del prodotto. L'esperto spiega che, sebbene gli odori sgradevoli e le macchie possano essere rimossi, la scarsa conservazione del pesce non viene alterata. Inoltre, i cefalopodi mal conservati possono produrre istamina, una sostanza che, in dosi elevate, pu\u00f2 provocare la sindrome sgombroide, con sintomi simili a quelli di un'intossicazione alimentare.
Le ambiguit\u00e0 normative e la classificazione del perossido di idrogeno
Il nodo cruciale di questa problematica risiede nella classificazione normativa del perossido di idrogeno. Non essendo riconosciuto come additivo dall'Unione Europea, viene impiegato come "coadiuvante tecnologico", esentando cos\u00ec i produttori dall'obbligo di indicarne la presenza in etichetta. Ci\u00f2 crea una zona grigia legislativa: se l'intento \u00e8 la disinfezione, il trattamento \u00e8 lecito; se invece mira a sbiancare o eliminare odori, dovrebbe essere classificato come additivo proibito. Inizialmente, nel 2010, il Ministero italiano aveva vietato questa pratica, ma nel 2016 ha fatto marcia indietro, allineandosi alle direttive europee per non svantaggiare i produttori nazionali.
La mancata trasparenza: un ostacolo per la scelta informata del consumatore
La questione principale non \u00e8 la potenziale pericolosit\u00e0 dei residui di perossido di idrogeno, che, se usato correttamente, sono minimi e si decompongono in acqua e ossigeno. Il vero problema \u00e8 l'assenza di trasparenza nei confronti dei consumatori. Come evidenziato da Paci, questa pratica maschera una materia prima di scarsa qualit\u00e0 senza che ci\u00f2 venga segnalato in etichetta, privando i consumatori della possibilit\u00e0 di fare acquisti consapevoli.
Riconoscere i segni di un trattamento: consigli pratici per il consumatore
I consumatori attenti possono individuare alcuni segnali che indicano un possibile trattamento con perossido di idrogeno. Un mollusco eccessivamente bianco, senza le tipiche sfumature naturali, dovrebbe destare sospetti. Anche la totale assenza dell'odore salmastro, caratteristico del pesce fresco, \u00e8 un campanello d'allarme, suggerendo che il prodotto potrebbe essere stato alterato.
La soluzione per l'acquisto sicuro: optare per cefalopodi interi
Esiste una strategia efficace per evitare prodotti trattati: acquistare cefalopodi ancora interi. L'esperto chiarisce che il trattamento non pu\u00f2 essere eseguito su animali non eviscerati. Scegliendo seppie e calamari non puliti e facendosi eventualmente preparare dal pescivendolo al momento, si ha la certezza di portare a casa un prodotto genuino e non trattato con perossido di idrogeno.