Contrasto alla Legge sull'Ippicoltura: IHP e Enpa Unite per la Tutela degli Equidi

In un contesto legislativo in evoluzione, l'attenzione si è concentrata su una proposta di legge riguardante il settore equestre, che ha sollevato forti preoccupazioni tra le principali associazioni per la protezione degli animali. La Italian Horse Protection (IHP), dedita esclusivamente alla salvaguardia degli equidi, ha espresso una decisa opposizione a tale iniziativa. Questa posizione è stata pienamente appoggiata dall'Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa), che ha sottolineato come la legge in questione, apparentemente volta alla promozione economica e culturale, rischi di incentivare lo sfruttamento sistematico dei cavalli senza adeguate garanzie per il loro benessere. Le associazioni evidenziano un approccio antiquato che considera gli animali come puri mezzi di produzione, ignorando la loro natura di esseri senzienti e le loro esigenze etologiche.
Dettagli della Controversia Legislativa e le Voci di Protesta
Nel cuore delle istituzioni romane, precisamente a Montecitorio, lo scorso 24 luglio 2025, è stata presentata la proposta di legge denominata “Disciplina dell'ippicoltura nonché disposizioni per la promozione delle attività equestri e il benessere degli equidi”, promossa dai deputati del Partito Democratico, Marco Simiani e Stefano Vaccari. La reazione non si è fatta attendere: IHP ha prontamente manifestato la sua \"ferma opposizione e profonda preoccupazione\", ritenendo che il testo normativo possa \"amplificare in modo sistemico lo sfruttamento dei cavalli\".
La Presidente di Enpa, Carla Rocchi, ha rafforzato questa posizione, dichiarando un pieno sostegno alla battaglia di IHP. La Rocchi ha affermato con veemenza che la proposta Simiani-Vaccari \"è un colpo durissimo per i cavalli\", denunciando come, dietro una retorica legata allo sviluppo rurale, si celi una \"visione antiquata e strumentale dell'animale\". Ha ribadito con forza che i cavalli non sono meri \"mezzi di produzione, né attrazioni turistiche\", ma \"esseri senzienti\" che meritano il massimo rispetto, e che Enpa si oppone categoricamente a \"qualsiasi forma di sfruttamento mascherato da progresso\".
Il nocciolo della questione risiede in alcuni punti critici della proposta di legge. Essa prevede l'applicazione di un'IVA agevolata al 10% sulla vendita degli equidi, un provvedimento che non discrimina la destinazione finale dell'animale, includendo persino la macellazione. Sono inoltre previsti 25 milioni di euro destinati alla tutela delle razze autoctone, senza però specificare criteri di valutazione sulle condizioni di vita degli animali. Un altro aspetto controverso è un sistema di incentivi e agevolazioni fiscali per l'allevamento, l'addestramento e l'utilizzo dei cavalli, privo di garanzie di trasparenza, tracciabilità o benessere. IHP ha evidenziato l'assoluta mancanza di consapevolezza riguardo la realtà quotidiana degli equidi impiegati in tali contesti, lamentando l'assenza di riferimenti a metodologie di doma non coercitive, a controlli sulla salute psicofisica o a pratiche commerciali etiche. L'associazione ha espresso il proprio disappunto anche per la legittimazione dell'uso del cavallo a scopo alimentare, giudicando tale misura un \"passo indietro\" nel dibattito sulla protezione animale. Anche l'apparente positivo concetto di \"pensionamento\" a fine carriera viene criticato, poiché l'affidamento di cavalli esausti a figure non qualificate rischia di trasformarsi in una forma camuffata di abbandono.
In sintesi, IHP e Enpa si oppongono fermamente a questa iniziativa legislativa, che, nonostante le sue premesse di promozione economica rurale, è percepita come un'estensione dello sfruttamento di animali già scarsamente tutelati. L'assenza di un sistema di tracciabilità sicuro, di vere tutele durante l'addestramento e del rispetto dei parametri etologici fondamentali rende questa legge \"un pericolo concreto per il futuro degli equidi in Italia\". Le associazioni, forti della loro quasi ventennale esperienza nella protezione equina, hanno richiesto un confronto pubblico urgente con i promotori della proposta, riaffermando che i cavalli non sono strumenti economici, ma esseri senzienti che meritano \"rispetto e protezione, non sussidi statali per essere comprati, venduti, addestrati e infine scartati\".
Questa controversia legislativa solleva importanti questioni etiche e sociali sul nostro rapporto con gli animali. La posizione delle associazioni IHP e Enpa ci spinge a riflettere sulla necessità di bilanciare lo sviluppo economico con il rispetto per la vita e il benessere delle creature viventi. È fondamentale che ogni iniziativa legislativa tenga conto non solo degli interessi economici, ma anche dei diritti fondamentali degli animali, promuovendo un approccio che li consideri esseri senzienti e non semplici risorse. Da una prospettiva giornalistica e civica, è cruciale continuare a vigilare su questi processi legislativi, assicurando che il dibattito sia inclusivo e che le voci a difesa dei più vulnerabili siano ascoltate e considerate. Solo così potremo costruire una società che rifletta veri valori di compassione e progresso.