Animali
Controversia sui Lupi: La Provincia di Bolzano Autorizza l'Abbattimento, Gli Animalisti Reagiscono
2025-07-31
La questione della convivenza tra fauna selvatica e attività umane nell'Alto Adige torna prepotentemente alla ribalta, con una decisione controversa che riaccende il dibattito sulla gestione dei lupi. In un contesto dove gli equilibri ecologici sono sempre più delicati, le autorità locali si trovano a fronteggiare una situazione complessa, che vede contrapposti allevatori e difensori degli animali, ciascuno con le proprie legittime istanze.

La complessa gestione della fauna selvatica tra tutela e conflitti

La controversa decisione della Provincia di Bolzano: un precedente che si ripete

Ancora una volta, la regione dell'Alto Adige si trova al centro di una disputa sulla gestione dei lupi. Dopo un episodio simile l'anno precedente, in cui una mobilitazione generale degli attivisti aveva portato al ritiro di un'ordinanza di abbattimento, la Provincia autonoma di Bolzano ha reiterato la decisione di permettere l'uccisione di due esemplari di lupo. Questa scelta giunge in risposta a ripetuti episodi di predazione che hanno interessato il bestiame allevato in alcune malghe della Val Venosta.

Dettagli dell'ordinanza e il contesto degli attacchi

Le autorità provinciali hanno ufficializzato l'autorizzazione per l'eliminazione di due lupi, delegando il compito al Corpo forestale locale. Tale provvedimento è motivato da un significativo numero di attacchi verificatisi tra maggio e luglio 2025, con 31 incidenti confermati come opera di lupi in alta Val Venosta. A questi si aggiungono i 42 attacchi documentati nella stagione alpestre precedente nella stessa area. Nonostante le malghe siano state designate come zone di protezione e gli allevatori abbiano adottato misure preventive, queste non si sono rivelate sufficientemente efficaci a scongiurare i danni.

Il parere degli esperti e la validità dell'autorizzazione

La decisione è stata presa in seguito al parere favorevole sia dell'Osservatorio faunistico provinciale che dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), in conformità con la legge provinciale 10/2023. L'autorizzazione all'intervento ha una durata di sessanta giorni, durante i quali il Corpo forestale provinciale è incaricato di procedere con l'abbattimento dei due esemplari. La firma del Presidente della Provincia, Arno Kompatscher, ha formalizzato il via libera all'operazione.

La ferma opposizione delle associazioni animaliste

La notizia ha immediatamente sollevato un'ondata di indignazione tra le associazioni per i diritti degli animali. Massimo Vitturi, responsabile del settore Animali Selvatici per LAV (Lega Anti Vivisezione), ha duramente criticato la scelta, definendola un "macabro rituale" e accusando il Presidente Kompatscher di assecondare le frange più conservatrici degli allevatori, che mirerebbero all'eradicazione dei lupi per salvaguardare i propri interessi senza adottare adeguate misure di protezione. La LAV sottolinea come la stessa autorizzazione provinciale riconosca implicitamente l'inadeguatezza degli strumenti di prevenzione impiegati.

Azioni legali in preparazione e la difesa dello status protetto del lupo

LAV ha annunciato l'imminente presentazione di un ricorso al TAR di Bolzano, con l'obiettivo di bloccare l'abbattimento e proteggere i lupi, che, a loro dire, agiscono unicamente per la sopravvivenza. Anche l'Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) ha confermato di aver mobilitato i propri legali per impugnare la decisione di Kompatscher. Entrambe le organizzazioni ribadiscono che il lupo conserva in Italia lo status di specie altamente protetta e che un eventuale futuro declassamento normativo non giustificherebbe automaticamente l'abbattimento, che dovrebbe rimanere una misura eccezionale. L'ENPA conclude definendo il provvedimento "illegittimo, inefficace e pericoloso", frutto di una "scorciatoia" che ignora la complessità del problema.

Abbandoni legalizzati: L'allarme dell'ENPA di Isernia sulla crescente ondata di rinunce di animali domestici
2025-07-31

In un periodo in cui l'amore per gli animali dovrebbe essere in crescita, emerge una realtà preoccupante dal cuore del Molise. L'Enpa di Isernia ha sollevato un grido d'allarme, rivelando un incremento esponenziale delle rinunce di proprietà di animali domestici. Questa tendenza, che vede le famiglie liberarsi dei loro compagni a quattro zampe, pone interrogativi profondi sulla responsabilità e sulla consapevolezza civica. L'organizzazione sottolinea che, nonostante la cornice legale che permette tali rinunce, il gesto assume di fatto i contorni di un abbandono mascherato, con gravi ripercussioni sul benessere degli animali coinvolti e sul sistema di accoglienza.

Allarme rosso a Isernia: Un'ondata di abbandoni \"legalizzati\" scuote la comunità

Il 31 luglio 2025, la sezione ENPA di Isernia ha diffuso un comunicato che ha acceso i riflettori su una situazione critica: ben quindici rinunce di animali domestici sono state registrate in un solo mese. Un dato che, pur nella sua crudezza, svela una prassi sempre più diffusa e allarmante. La presidente dell'associazione ha evidenziato come l'atto di prendere un animale in casa sia una decisione di grande portata, che richiede un impegno duraturo e incondizionato. Un cane non è un oggetto da scartare, ma un essere vivente con bisogni, anche complessi, che possono includere cure mediche, tempo e pazienza. Spesso, dietro queste rinunce, si celano motivazioni superficiali: un cambio di residenza non pianificato, l'emergere di problemi comportamentali non gestiti, o semplicemente la mancanza di volontà di affrontare le sfide che la convivenza con un animale può presentare.

Di fronte a questa emergenza, l'Enpa di Isernia ha lanciato un appello ai volontari di tutta Italia, esortandoli a un'analisi più scrupolosa e rigorosa delle richieste di adozione, specialmente quelle provenienti dalla provincia molisana. L'obiettivo è prevenire che animali precedentemente abbandonati finiscano nuovamente in situazioni simili a causa di adozioni impulsive e non meditate. L'associazione sollecita una maggiore attenzione nella valutazione delle famiglie adottanti e delle loro reali motivazioni, affinché l'adozione sia un atto di amore consapevole e duraturo, e non una soluzione temporanea. Il messaggio è chiaro: è fondamentale promuovere una cultura di adozione consapevole, che veda l'animale non come un capriccio, ma come un membro della famiglia a tutti gli effetti, la cui vita merita rispetto e impegno costante.

Questo scenario ci spinge a una riflessione più ampia sulla responsabilità individuale e collettiva verso gli animali domestici. Ogni rinuncia spezza un legame e tradisce una promessa, evidenziando una carenza di consapevolezza che va oltre il singolo caso. Dobbiamo imparare a considerare l'adozione o l'acquisto di un animale come un impegno serio e a lungo termine, che richiede dedizione e la capacità di superare le difficoltà. Solo attraverso una maggiore educazione e un senso di responsabilità più profondo potremo arginare questo fenomeno e garantire una vita dignitosa e amorevole a tutti gli animali. La lezione è chiara: la scelta di accogliere un animale deve essere ponderata, basata sull'amore e sulla piena consapevolezza delle sfide e delle gioie che comporta.

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Insolita Fuga Suina negli Uffici della Regione Sicilia
2025-07-31

Una scena inusuale ha catturato l'attenzione a Palermo, quando tre giovani maiali sono rocambolescamente sfuggiti da un veicolo in transito lungo viale Regione Siciliana. Questi animali, visibilmente disorientati, hanno cercato riparo all'interno della sede dell'assessorato regionale alla Formazione, provocando reazioni di sorpresa e divertimento tra il personale presente.

I maialini, entrando indisturbati dalla porta principale dell'edificio, hanno attraversato corridoi e uffici sotto gli sguardi attoniti di portieri e impiegati. Nonostante i tentativi di fermarli, i piccoli suini hanno dimostrato una notevole agilità, eludendo le catture. Alcuni dipendenti hanno provato invano a bloccarli, mentre altri non hanno esitato a documentare l'insolita vicenda con i loro smartphone, trasformando il tutto in un fenomeno virale sui social media. Per prevenire ulteriori sconfinamenti e possibili danni, le porte interne sono state prontamente chiuse, confinando i maiali al piano terra. L'episodio, pur non causando alcun danno strutturale, ha generato un notevole trambusto e un clima di inattesa confusione tra le carte e le scrivanie dell'assessorato.

Dopo un breve ma intenso inseguimento tra automobili in sosta e il cancello principale, i tre avventurosi fuggitivi sono stati finalmente intercettati e restituiti al trasportatore, che solo in un secondo momento si era reso conto della loro assenza. L'accaduto ha strappato sorrisi e ha lasciato un aneddoto memorabile per i corridoi dell'assessorato. Tuttavia, non si può ignorare la riflessione sul futuro incerto di questi animali. La loro breve parentesi di libertà, seppur in un contesto urbano, si è tristemente conclusa, e non è difficile ipotizzare che il loro destino finale sia quello dell'allevamento intensivo, sottolineando la cruda realtà della loro condizione.

L'episodio dei maialini fuggitivi ci ricorda che la vita animale, anche in contesti inaspettati, merita considerazione e rispetto. Ogni essere vivente aspira alla libertà e al benessere, e sebbene un singolo evento possa sembrare marginale, esso ci spinge a riflettere più ampiamente sulle nostre responsabilità nei confronti degli animali e sul sistema che spesso li relega a mere merci. È un invito a promuovere una maggiore sensibilità e a lottare per un mondo dove la compassione prevalga, garantendo una vita dignitosa a tutte le creature.

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