Donazioni di Sangue e Virus del Nilo Occidentale: Nuove Misure di Sicurezza in Italia

Le autorità sanitarie italiane hanno implementato un rigoroso protocollo per salvaguardare l'approvvigionamento ematico nazionale di fronte alla crescente incidenza del Virus del Nilo Occidentale (WNV). Il Centro Nazionale Sangue (CNS) ha delineato nuove direttive che permettono di proseguire le donazioni in modo sicuro, introducendo al contempo criteri di eleggibilità temporanei per i donatori che hanno visitato aree ad alto rischio. Queste precauzioni sono cruciali per prevenire la trasmissione virale attraverso le trasfusioni, mantenendo l'integrità del sistema sanitario e la fiducia pubblica nelle procedure di donazione.
Le nuove disposizioni si focalizzano sulla verifica della storia di viaggio e sulla possibilità di effettuare test specifici per i potenziali donatori. Questo approccio bilanciato consente di gestire il rischio di contagio in modo dinamico, adattandosi all'evoluzione epidemiologica del virus sul territorio nazionale. La collaborazione tra le istituzioni sanitarie e i cittadini è fondamentale per garantire che le donazioni di sangue continuino a essere una risorsa vitale, sempre nel rispetto dei massimi standard di sicurezza.
Protocolli Aggiornati per la Donazione di Sangue
In risposta alla crescente diffusione del Virus del Nilo Occidentale (WNV) in alcune regioni italiane, il Centro Nazionale Sangue (CNS) ha emesso nuove direttive temporanee riguardanti la donazione di sangue. Queste misure mirano a garantire la massima sicurezza delle trasfusioni senza interrompere l'essenziale attività di raccolta. I donatori che hanno trascorso, anche solo per una notte, un periodo in una delle 31 province identificate come aree a rischio, dovranno osservare una sospensione di 28 giorni prima di poter donare. Alternativamente, la donazione è consentita se il donatore si sottopone a un test WNV NAT (Nucleic Acid Test) con esito negativo, che rileva la presenza del materiale genetico virale. Questa procedura è parte integrante del Piano Nazionale Arbovirosi 2020-2025, un programma più ampio volto alla sorveglianza e alla prevenzione delle infezioni trasmesse da vettori, come le zanzare.
Il CNS ha chiarito che non è stato imposto alcun blocco generale delle donazioni. Invece, l'approccio adottato è quello di sottoporre ogni unità di sangue raccolta nelle 31 province interessate a un test NAT WNV. Questo test è in grado di identificare il virus anche in donatori asintomatici, fornendo un ulteriore livello di sicurezza. Alcune regioni, pur non essendovi un obbligo specifico, hanno deciso di estendere l'uso del test NAT anche a territori non ancora classificati a rischio, dimostrando un impegno proattivo nella protezione della salute pubblica. La lista delle province soggette a restrizioni è in costante aggiornamento, basata sulle segnalazioni di casi umani o sulla rilevazione del virus in zanzare, uccelli o altri animali. La gestione di queste misure richiede ai donatori di informarsi in tempo reale sulla situazione della propria area, contribuendo attivamente alla sicurezza del sistema trasfusionale attraverso l'autocertificazione dei soggiorni in zone a rischio. È una dimostrazione di come la scienza e la collaborazione civica siano essenziali per affrontare le sfide sanitarie emergenti.
La Mappa dei Contagi e le Precauzioni Regionali
Le restrizioni sulle donazioni di sangue sono state introdotte progressivamente nel mese di luglio 2025, in risposta all'emergere di nuovi casi di Virus del Nilo Occidentale (WNV) e alla rilevazione del virus in vettori o animali. L'ultimo aggiornamento, datato 29 luglio 2025, ha incluso la provincia di Frosinone, a seguito di un caso umano confermato a Sora. Questo dimostra la natura dinamica dell'epidemiologia del virus e la necessità di un monitoraggio costante. Le province colpite spaziano da Roma, Lecco, Varese e Milano, fino a Novara, Udine, Caserta e Napoli, coinvolgendo anche L'Aquila, Treviso, Ferrara, Lecce, Verona, Forlì-Cesena, Latina, Reggio Emilia, Mantova, Padova, Cremona, Lodi, Pavia, Rovigo, Piacenza, Parma, Torino, Modena, Venezia e Oristano. La presenza del virus è stata accertata tramite diverse vie, inclusi casi umani autoctoni, zanzare infette e avifauna portatrice.
Per i residenti o coloro che hanno visitato queste aree, la comprensione delle nuove norme è fondamentale. La richiesta di attendere 28 giorni dopo un soggiorno in una provincia a rischio, o di effettuare un test WNV NAT, impone una responsabilità individuale significativa. Attualmente, l'accertamento del soggiorno in queste zone si basa su un sistema di autocertificazione, sottolineando l'importanza della consapevolezza e dell'onestà da parte dei donatori. La situazione è in continuo divenire, con la possibilità che nuove province vengano aggiunte all'elenco in base all'analisi dei dati forniti dall'Istituto Superiore di Sanità e dagli Istituti Zooprofilattici. Pertanto, chiunque intenda donare sangue è caldamente invitato a consultare le informazioni più recenti e a seguire scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie per contribuire in modo sicuro ed efficace al fabbisogno trasfusionale nazionale, garantendo la salute di tutti i riceventi.