Formaggi a Latte Crudo: Nuove Linee Guida e Rischi per la Salute Infantile






Recentemente, un caso di sindrome emolitico-uremica (SEU) in un bambino ha riacceso i riflettori sui potenziali pericoli associati al consumo di formaggi non trattati termicamente, in particolare per i più piccoli. Questa condizione, scatenata da specifici ceppi di Escherichia coli (STEC), può avere ripercussioni significative sulla salute, soprattutto nei soggetti più fragili come i bambini al di sotto dei cinque anni. Le autorità sanitarie italiane hanno intensificato l'attenzione su questa problematica, promulgando nuove direttive e raccomandazioni per i produttori e i consumatori. L'obiettivo è duplice: informare adeguatamente sui rischi e promuovere pratiche più sicure nella produzione e nel consumo di alimenti derivati dal latte non pastorizzato.
La vicenda che ha coinvolto un bambino di un anno, attualmente sotto cure mediche in un ospedale di Padova per una SEU, sottolinea l'importanza di una maggiore consapevolezza. La SEU è una complicanza grave che può insorgere a seguito di un'infezione da STEC, batteri che solitamente vivono nell'intestino dei bovini. Se il latte non viene adeguatamente pastorizzato o bollito, questi microrganismi possono sopravvivere e contaminare i prodotti caseari, raggiungendo così il consumatore. Mentre negli adulti l'ingestione di tali batteri può causare disturbi lievi, nei bambini piccoli il rischio di sviluppare forme severe, come l'enterite emorragica o la SEU, è notevolmente più elevato, anche con una quantità minima di germi.
I dati forniti dal Registro Italiano SEU indicano una media annuale di 60-70 episodi che interessano i bambini nel nostro paese, con un picco di 91 casi nel 2022, la maggior parte dei quali pediatrici. Sebbene questi numeri possano sembrare contenuti, è fondamentale considerare che il sistema di sorveglianza registra solo i casi più gravi, suggerendo una probabile sottostima delle infezioni meno severe. La mortalità associata alla sindrome emolitico-uremica è stimata tra il 5% e il 15% a livello internazionale, il che si traduce in un bilancio di 3-10 decessi all'anno in Italia. Questi numeri allarmanti hanno spinto il Ministero della Salute a pubblicare, a luglio 2025, nuove linee guida specifiche per il controllo dei ceppi STEC nei formaggi a base di latte crudo o non pastorizzato.
Le nuove disposizioni ministeriali prevedono che i produttori non in grado di garantire l'assenza di STEC siano tenuti ad apporre avvertenze chiare sulle etichette o su cartelli esposti nei punti vendita. L'avviso suggerito recita: "Formaggio a latte crudo: il consumo da parte di bambini sotto i 5 anni, donne in gravidanza, anziani o persone immunodepresse può comportare rischi per la salute." Tale indicazione dovrebbe essere estesa anche ai ristoranti che servono formaggi a latte crudo senza le dovute garanzie di sicurezza. La necessità di tali misure è ulteriormente evidenziata dai recenti richiami di prodotti. Solo il 20 agosto si è verificato il ritiro di un lotto di formaggio Casolet a causa della presenza di Escherichia coli STEC, con un avviso esplicito sui rischi per le categorie più vulnerabili. In passato, altri richiami hanno riguardato formaggi come il Puzzone di Moena, il Saporito di Montagna e lo Strachì Nustrà, oltre al Morbier DOP, richiamato a gennaio 2025 dopo numerosi casi di SEU in Francia. È importante notare che la problematica riguarda principalmente i formaggi freschi o a media stagionatura; i formaggi stagionati per oltre 12 mesi, come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano, non presentano lo stesso rischio.
In definitiva, la questione dei formaggi a latte crudo e la sindrome emolitico-uremica richiede un'attenzione costante da parte di produttori, autorità e consumatori. Le nuove direttive mirano a rafforzare la sicurezza alimentare, ma è fondamentale che le famiglie siano consapevoli dei rischi, specialmente quando si tratta dell'alimentazione dei bambini piccoli. L'informazione e la prevenzione rappresentano gli strumenti più efficaci per tutelare la salute pubblica.