Le Hoya, originarie delle zone tropicali dell'Asia e dell'Oceania e appartenenti alla vasta famiglia delle Apocynaceae, sono piante affascinanti note per la loro notevole capacità di adattamento. In natura, queste specie prosperano come rampicanti su alberi o in ambienti rocciosi, mentre negli spazi domestici si adattano splendidamente a vasi o posizioni sospese, espandendosi con una grazia ineguagliabile. La chiave per la loro salute e fioritura è la posizione: amano il calore e una luce abbondante, preferendo un luogo molto luminoso, come vicino a una finestra esposta a sud o est, pur evitando l'esposizione diretta e prolungata al sole. Durante i mesi più caldi, da primavera ad estate, possono essere spostate all'aperto in un'area protetta dal vento ma ben illuminata, prestando attenzione a non esporle a temperature inferiori ai 5 °C.
La gestione dell'acqua per le Hoya è sorprendentemente semplice grazie alle loro foglie carnose che agiscono come riserve idriche. È sufficiente annaffiarle solo quando il terreno si presenta asciutto per metà, riducendo ulteriormente la frequenza in inverno e aumentandola leggermente in estate, mantenendo sempre sotto controllo il livello di umidità del substrato. Per il rinvaso, che dovrebbe avvenire ogni due o tre anni o solo quando le radici iniziano a sporgere dal vaso, è fondamentale utilizzare un terriccio ben drenante, ideale un mix per epifite arricchito con perlite, fibra di cocco e corteccia. La propagazione è altrettanto agevole, bastano talee di stelo con almeno due nodi da far radicare in acqua o sfagno per ottenere nuove piantine rigogliose. Inoltre, apprezzano un ambiente umido, quindi la nebulizzazione (evitando i fiori) o l'uso di un umidificatore sono benefici, così come una concimazione mensile durante la primavera e l'estate. È importante non tagliare i viticci, poiché da essi si svilupperanno nuove foglie e fiori, e le Hoya prediligono la stabilità, quindi è consigliabile non spostarle frequentemente.
La fioritura delle Hoya è uno spettacolo unico: producono fiori cerosi a forma di stella, spesso riuniti in spettacolari ombrelle e profumati di vaniglia, cioccolato o cannella. Per stimolare questa meravigliosa esplosione floreale, sono necessarie abbondante luce, un leggero "stress" invernale con meno acqua e l'evitare rinvasi improvvisi. Alcune varietà impiegano anni per fiorire, ma la pazienza è ampiamente ricompensata. Tra le varietà più conosciute, la Hoya carnosa è la più comune, con foglie ovali e cerose e fiori rosa, mentre la Hoya kerrii è apprezzata per le sue foglie a forma di cuore. Per una crescita più rapida, la Hoya pubicalyx è un'ottima scelta, e per chi desidera forme sottili e ricadenti, la Hoya linearis o l'elegante Hoya longifolia sono ideali. Che sia appesa in una ciotola, arrampicata su un supporto o ricadente da una mensola, la Hoya dona un tocco tropicale agli interni, rivelandosi una compagna verde discreta ma irresistibile, capace di sorprendere con la sua bellezza e la sua capacità di adattamento, dimostrando che con poche cure mirate si possono ottenere risultati straordinari.
Una vecchia casa sul suggestivo lago di Como, un tempo dimora di un barcaiolo e accessibile solo dall'acqua, è stata completamente reinventata. Grazie all'ingegno di Gregorio Pecorelli Studio, questa abitazione è ora un incredibile rifugio che fluttua tra la solidità della roccia, i giochi di luce riflessi e un'atmosfera di profonda serenità. Il progetto, riconosciuto con il prestigioso Premio Perego 2025, rappresenta un eccellente esempio di recupero architettonico. L'antica struttura in pietra dei primi del Novecento, incastonata in un pendio impervio, è stata trasformata, pur mantenendo un forte legame con la sua storia e il paesaggio lacustre, su esplicita richiesta del committente internazionale che desiderava preservarne l'anima autentica.
L'intervento di riqualificazione è stato condotto con estrema delicatezza, ma con decisioni audaci dove necessario. Gli spazi interni sono stati liberati, creando un ampio soggiorno a doppia altezza che si apre maestosamente sul lago, inondato di luce naturale. Il tetto spiovente, con le sue travi a vista e il rivestimento in legno bruciato, enfatizza la verticalità dell'ambiente, mentre le pareti e i tendaggi, in armonia cromatica, contribuiscono a un'estetica omogenea. Una scala a chiocciola in legno funge da elemento unificante tra i diversi livelli dell'abitazione, con la sua forma fluida e continua.
Al centro della residenza, un volume compatto in legno scuro integra con discrezione la zona cucina, i vani tecnici e una piccola suite per gli ospiti. L'isola della cucina, realizzata in pietra, riprende i materiali tipici della regione, così come le piastrelle 10x10 del pavimento evocano la semplicità delle abitazioni tradizionali. Ogni dettaglio è stato curato con precisione artigianale: l'approccio è puramente funzionale, eliminando qualsiasi elemento superfluo in favore di un'essenzialità raffinata. La parte inferiore dell'edificio, originariamente una darsena, ospita ora un'area benessere con spa, anch'essa in pietra e legno, che si affaccia direttamente sull'acqua. Uno studio, ricavato direttamente nella roccia, offre un angolo intimo e tranquillo, ideale per contemplare la quiete del lago. Nell'ala secondaria, la camera padronale si apre sul giardino e presenta arredi su misura, tra cui un letto integrato, una scrivania, un lavabo in Dolomia e una vasca da bagno in pietra, tutti elementi che si fondono armoniosamente con l'ambiente.
L'arredamento fisso è completato da una selezione di pezzi d'epoca che arricchiscono gli interni, come le poltroncine 814 di Ico e Luisa Parisi, prodotte da Cassina nel 1961, e le sedute in legno di jatobá di Lina Bo Bardi, oltre a una scrivania firmata George Nakashima. Questi elementi si inseriscono in un contesto coerente, che conferisce all'abitazione un'eleganza discreta, mai ostentata. L'interno diventa così uno specchio del paesaggio esterno, rievocandone i silenzi, le sfumature della luce e il suo scorrere del tempo, offrendo un'esperienza abitativa che celebra la natura e la storia del luogo.
Dare un nuovo volto alla cappa della cucina, sia che sia datata o che non si armonizzi più con l'ambiente, è un progetto realizzabile con pochi e mirati interventi fai da te. Esistono soluzioni efficaci per ogni livello di manualità, permettendo di personalizzare e rinfrescare questo elemento centrale della cucina senza dover ricorrere a costose sostituzioni. Ogni metodo offre la possibilità di trasformare un oggetto comune in un vero e proprio pezzo di design, riflettendo il proprio gusto personale e migliorando l'estetica generale dello spazio.
Tra le opzioni disponibili, la creazione di una struttura in legno su misura rappresenta una scelta robusta e d'impatto, ideale per chi possiede una certa manualità nel bricolage. Un'alternativa più semplice e veloce consiste nell'applicazione di fogli di vinile adesivo, disponibili in una vasta gamma di colori e texture, che permettono di mascherare imperfezioni e cambiare completamente l'aspetto della cappa. Infine, una soluzione immediata e versatile è la pittura, che offre un'ampia libertà cromatica per abbinare la cappa al resto dell'arredamento o per creare un punto focale audace e moderno. Indipendentemente dal metodo scelto, la pulizia preliminare della superficie è cruciale per garantire un risultato duraturo e professionale.
Implementare queste idee non solo migliora l'estetica della cucina, ma promuove anche un approccio sostenibile all'arredamento, valorizzando ciò che già si possiede e riducendo gli sprechi. Trasformare un oggetto comune attraverso il riciclo creativo e il fai da te è un gesto di rispetto verso l'ambiente e una fonte di grande soddisfazione personale. Questo processo stimola la creatività e la capacità di risolvere problemi, infondendo un senso di orgoglio per gli spazi vissuti quotidianamente.