Ambiente

L'Italia Affronta Emergenza Climatica: Fragilità e Rischi Crescenti in un Nuovo Report CCSC

L'Italia si trova ad affrontare una crisi climatica incalzante, non più una minaccia distante ma una realtà tangibile e devastante. Un recente studio condotto dal Centro Studi sul Cambiamento Climatico (CCSC), basato su dati aggiornati al 2024, dipinge un quadro allarmante di un Paese estremamente vulnerabile, privo di adeguate difese e con un'esposizione ai rischi ambientali in continua crescita. Questo scenario evidenzia la necessità impellente di azioni concrete e di una revisione strategica delle politiche di gestione del territorio, per proteggere la popolazione e l'economia nazionale dagli impatti sempre più gravi degli eventi meteorologici estremi.

Nel corso del 2024, la nazione ha registrato ben 351 episodi climatici di natura estrema, una cifra che sottolinea l'intensità e la frequenza di tali fenomeni. In particolare, la regione settentrionale è stata colpita da 198 di questi eventi, con l'Emilia-Romagna che ha sopportato il peso maggiore, subendo oltre cinquanta episodi distruttivi, tra cui il drammatico ciclone Boris. La Lombardia ha affrontato precipitazioni eccezionali, con più di 1.000 millimetri di pioggia che hanno provocato frane e inondazioni diffuse, mettendo a dura prova le infrastrutture e la sicurezza dei cittadini. Nel contempo, il Mezzogiorno e le isole, inclusi Sicilia e Sardegna, hanno sofferto di una siccità prolungata, con la Sicilia che ha registrato un calo delle precipitazioni del 40% rispetto alla media storica e i bacini artificiali sardi che operano al 52% della loro capacità, un indicatore preoccupante della scarsità idrica. Le temperature medie sono in costante aumento, come dimostrato dall'incremento dei giorni con temperature superiori ai 35°C a Roma, passati da quattro a ventotto annuali, e dai 49 giorni di caldo intenso registrati a Terni nel 2024, mettendo in luce l'urgenza di strategie di adattamento.

Il rapporto del CCSC non si limita a descrivere gli impatti fisici del cambiamento climatico, ma evidenzia anche le sue significative ripercussioni economiche. È stato calcolato che ogni euro investito in misure preventive potrebbe evitare danni futuri per almeno sei euro, suggerendo che la prevenzione è un investimento economicamente vantaggioso. Tuttavia, l'Italia persiste in un approccio reattivo, intervenendo principalmente dopo che le emergenze si sono manifestate, anziché adottare una strategia proattiva. Per affrontare questa sfida, il CCSC ha individuato tre aree d'azione prioritarie: la riqualificazione della rete idrica, al fine di ridurre le perdite d'acqua del 45%; la manutenzione del suolo e delle aree costiere per contrastare frane ed erosioni; e l'implementazione di strategie regionali di adattamento, basate su dati predittivi e geolocalizzati, per anticipare e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

Il futuro prospettato dal CCSC è decisamente preoccupante, con previsioni di un aumento delle temperature fino a +6°C entro il 2100. Più di 7.400 comuni italiani sono considerati a rischio idrogeologico, e il 17,9% delle coste è già gravemente minacciato dall'erosione. Valerio Molinari, presidente del CCSC, ha lanciato un monito chiaro: 'Il clima ha già trasformato il nostro Paese. O si pianifica con lungimiranza, o si pagano le conseguenze. L'adattamento non è un lusso, ma un imperativo per la sicurezza nazionale.' Questo appello sottolinea la necessità di un'azione immediata e coordinata per proteggere l'Italia dalle crescenti sfide poste dal cambiamento climatico.

In conclusione, il nuovo studio del CCSC mette in risalto la grave vulnerabilità dell'Italia di fronte agli effetti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici. Con un'escalation degli eventi estremi e un bilancio economico gravoso, il Paese deve urgentemente passare da una gestione post-emergenza a un approccio proattivo e basato sulla prevenzione. La riqualificazione infrastrutturale, la protezione del territorio e l'adozione di strategie di adattamento regionali sono passi fondamentali per salvaguardare il futuro della nazione, trasformando la sfida climatica in un'opportunità di resilienza e innovazione.

Un Innovativo Idrogel a Base di Alghe Contro la Siccità: La Risposta Italiana ai Cambiamenti Climatici

Un team di ricercatori italiani ha messo a punto un'innovazione significativa per contrastare gli effetti della siccit\u00e0 e dei cambiamenti climatici in agricoltura. Si tratta di un idrogel completamente biodegradabile, formulato con alghe e sostanze nutritive, che supporta la crescita delle piante riducendo drasticamente il fabbisogno idrico. Questo progetto, nato dalla collaborazione tra la Libera Universit\u00e0 di Bolzano e l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, \u00e8 stato presentato sulla rivista scientifica \"ACS Agricultural Science & Technology\" e rappresenta un passo avanti verso un'agricoltura pi\u00f9 resiliente e sostenibile.

La ricercatrice Camilla Febo, coinvolta nel progetto sia dall'Universit\u00e0 di Bolzano che dall'IIT, ha spiegato che l'obiettivo principale era creare un materiale non solo ecocompatibile e biodegradabile, ma anche capace di interagire attivamente con le colture, fornendo loro acqua e nutrienti in modo efficiente. Il gel incorpora la carragenina, una sostanza naturale gi\u00e0 nota per le sue propriet\u00e0 addensanti, combinandola con elementi nutritivi essenziali. Questa sinergia migliora la capacit\u00e0 delle piante di resistere allo stress idrico e contribuisce a incrementare la qualit\u00e0 dei raccolti.

Il team di sviluppo dell'IIT comprende Paolo Lugli, Luisa Petti, Athanassia Athanassiou e Danila Merino, mentre per l'Universit\u00e0 di Bolzano hanno contribuito Tanja Mimmo e Luigimaria Borruso. La loro visione futura include l'integrazione di sensori flessibili e biodegradabili all'interno della struttura dell'idrogel. Questi sensori permetteranno di monitorare in tempo reale la salute delle piante e le condizioni del terreno, aprendo la strada a una vera e propria agricoltura di precisione.

Athanassia Athanassiou, vicedirettrice scientifica dell'IIT, ha sottolineato l'importanza di concentrarsi su materiali intelligenti e sostenibili in un'epoca caratterizzata dalla diminuzione delle risorse idriche e dall'inquinamento da plastiche. Nel laboratorio dell'IIT, il focus \u00e8 sulla progettazione di dispositivi elettronici flessibili e biodegradabili che possano essere facilmente integrati nei sistemi agricoli intelligenti. Luisa Petti, responsabile del \"Sensing Technologies Lab\" dell'Universit\u00e0 di Bolzano, ha ribadito come questo idrogel sia destinato a diventare uno strumento cruciale per ottimizzare l'uso delle risorse, mitigare l'impatto ambientale e promuovere un'agricoltura sempre pi\u00f9 sostenibile. L'innovazione rappresenta un significativo contributo italiano alla risoluzione di sfide globali, offrendo una soluzione concreta e rispettosa dell'ambiente.

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Bologna: "100 alberi" contro il caldo estremo, riqualificazione urbana per scuole e asili

Bologna sta intraprendendo un'azione significativa per affrontare il problema del caldo eccessivo e migliorare la qualità della vita cittadina, specialmente per i più giovani. L'iniziativa prevede la redistribuzione di cento alberi, inizialmente posizionati nelle piazze centrali durante l'estate per fornire ombra, nei giardini di venti istituti scolastici di ogni livello. A questi si aggiungeranno anche sessantotto arbusti, contribuendo così a creare ambienti più freschi e accoglienti per gli studenti.

Questo progetto, avviato il 23 settembre, si concluderà entro la prima settimana di ottobre. Le prime aree urbane coinvolte nella rimozione degli alberi sono Piazza del Francia e della Mercanzia, seguite da altre piazze, con Piazza Galvani come ultima tappa il 30 settembre. La selezione delle scuole beneficiarie è stata il risultato di un'attenta valutazione e di una collaborazione proficua con le coordinatrici pedagogiche, assicurando che gli interventi rispondano alle esigenze specifiche di ogni plesso scolastico.

Una priorità particolare è stata data agli asili nido, riconoscendo la loro operatività estiva prolungata e la necessità critica di spazi ombreggiati per le aree gioco dei bambini. Durante la fase di valutazione, sono stati considerati diversi fattori, tra cui la valorizzazione dei percorsi esistenti, la vicinanza a punti di interesse e attività ricreative, la disponibilità di sistemi di irrigazione e la compatibilità delle specie arboree scelte con le strutture presenti, in previsione del loro sviluppo futuro e dell'apparato radicale.

L'elenco degli istituti scolastici coinvolti include i nidi Acquerello, Gramsci, Viganò, Tovaglie/Padiglione, Grosso, Marsili, Bigari, Alpi, XVIII Aprile, Spartaco; le scuole dell'infanzia Villa May, Presi, Giusi Del Mugnaio, Baroncini; le scuole primarie Drusiani, Casaralta, Sanzio, Pavese; e le scuole secondarie Volta, Gandino Guidi. L'inserimento di questi 158 nuovi esemplari nei giardini scolastici non è un evento isolato, ma precede le piantumazioni pianificate per la stagione 2025/2026, che vedranno l'aggiunta di altri 1.000-1.200 alberi, una parte dei quali sarà destinata sempre agli spazi scolastici, in linea con le raccomandazioni emerse dalle analisi tecniche e pedagogiche.

L'iniziativa del Comune di Bologna rappresenta un modello virtuoso di adattamento urbano ai cambiamenti climatici, concentrandosi sulla creazione di infrastrutture verdi che migliorano il benessere della comunità e contribuiscono a mitigare gli effetti delle ondate di calore, in particolare per le fasce più vulnerabili della popolazione, come i bambini.

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