Minaccia Climatic ai Boschi di Eucalipto Australiani: Un Ecosistema a Rischio

Una nuova analisi approfondita mette in luce la vulnerabilità delle foreste di eucalipto nella regione di Victoria, in Australia, di fronte all'aumento delle temperature globali. Questi ecosistemi, noti per la loro eccezionale capacità di assorbire anidride carbonica, stanno subendo un rapido processo di diradamento, con il rischio di diventare, entro pochi decenni, generatori di emissioni invece che assorbitori. Tale transizione ha implicazioni significative per gli sforzi globali di contrasto al cambiamento climatico, evidenziando come anche le soluzioni naturali più efficaci possano essere compromesse dall'avanzare del riscaldamento terrestre. La ricerca sottolinea la necessità di riconsiderare le strategie di conservazione e gestione forestale alla luce di queste nuove sfide ambientali.
Gli studiosi delle Università di Melbourne e del New Hampshire hanno condotto una ricerca approfondita, analizzando quasi mezzo secolo di dati relativi alle foreste australiane di Eucalyptus regnans. I loro risultati indicano che l'aumento delle temperature sta accelerando il diradamento di queste formazioni boschive, compromettendo seriamente la loro capacità a lungo termine di sequestrare il carbonio atmosferico e, di conseguenza, di rallentare il riscaldamento globale. Il dottor Raphael Trouve, capo ricercatore dell'Università di Melbourne, ha evidenziato come questa reazione naturale delle foreste allo stress termico suggerisca che l'efficacia delle iniziative su vasta scala di piantumazione di alberi per la riduzione dei livelli di carbonio potrebbe diminuire nei prossimi decenni. Questo fenomeno è preoccupante, dato che le foreste di Eucalyptus regnans sono tra gli ecosistemi più efficienti al mondo per lo stoccaggio di carbonio, superando persino l'Amazzonia per quantità di carbonio per ettaro. Tuttavia, la progressiva mortalità e decomposizione degli alberi dovuta al riscaldamento globale rischia di capovolgere questo ruolo benefico, trasformandole da pozzi a fonti di emissioni di carbonio. I dati raccolti dal 1947 dimostrano una correlazione diretta: per ogni grado di aumento della temperatura, si verifica una perdita di circa il 9% degli alberi, il che amplifica la competizione per le risorse limitate, in particolare l'acqua.
Le proiezioni indicano che un innalzamento delle temperature di 3°C entro il 2080 potrebbe comportare una riduzione del 24% della densità arborea in queste foreste. Per contrastare questa massiccia perdita di carbonio, si renderebbe necessaria la creazione di centinaia di migliaia di ettari di nuove aree boschive. La decomposizione degli alberi morti rilascerà anidride carbonica nell'atmosfera, con un impatto stimato paragonabile a quello di un milione di veicoli che percorrono 10.000 km all'anno per 75 anni. Questo calcolo non include gli effetti devastanti degli incendi boschivi, che sono anch'essi in aumento e contribuiscono ulteriormente alla perdita di biomassa. Un albero in crescita necessita di spazio e risorse adeguate; in condizioni di carenza, come lo stress idrico, gli esemplari più grandi tendono a sopraffare quelli più piccoli, causandone la morte. Di fronte a queste sfide, il dottor Trouve ha proposto la riduzione della densità del popolamento come strategia di gestione. Questa tecnica prevede il diradamento selettivo di alcuni alberi per garantire maggiori possibilità di sopravvivenza agli altri, accelerando il naturale processo di autodiradamento. Ciò consentirebbe agli alberi rimanenti di accedere a più acqua, nutrienti e spazio, rendendoli più resistenti alla siccità e favorendone una crescita più rapida, come dimostrato da decenni di ricerca globale.
Il destino delle foreste di eucalipto australiane è un campanello d'allarme globale. La loro trasformazione da efficaci strumenti di mitigazione climatica a potenziali fonti di emissioni sottolinea l'urgenza di un'azione concertata contro il riscaldamento globale. Adattare le pratiche di gestione forestale, come il diradamento selettivo, potrebbe offrire una via per migliorare la resilienza di questi ecosistemi di fronte ai cambiamenti climatici. È imperativo riconoscere che la salute delle nostre foreste è intrinsecamente legata alla stabilità del clima mondiale, e la loro protezione richiede strategie innovative e una comprensione profonda delle dinamiche ecologiche in atto.