Nuovi Orizzonti nella Sorveglianza Vulcanica: L'Etna Sotto la Lente Satellitare

Un innovativo archivio di dati satellitari concernenti l'eruzione dell'Etna avvenuta nel febbraio 2025 è stato recentemente reso pubblico sulla rivista Scientific Data. Questo dataset, curato da un team di scienziati dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), sezione Osservatorio Etneo, sotto la direzione di Gaetana Ganci, rappresenta un punto di svolta. Per la prima volta, si consolida una vasta serie di informazioni derivate da immagini catturate da diversi satelliti, armonizzate per offrire una panoramica esaustiva e ad alta frequenza sull'evoluzione di questo evento vulcanico.
La raccolta include misurazioni fondamentali come i tassi di effusione e i volumi di materiale lavico emesso, calcolati attraverso il sistema di monitoraggio termico satellitare CL-HOTSAT. Si aggiungono inoltre mappe dettagliate, ad alta risoluzione, dell'estensione e della configurazione dei campi lavici, ottenute grazie alle immagini di PlanetScope e SkySat. Non mancano poi le stime dello spessore dei depositi lavici, ricavate da modelli digitali del suolo basati sulle immagini di Pléiades, e le registrazioni quotidiane delle emissioni di anidride solforosa (SO₂), processate tramite tecniche di Intelligenza Artificiale a partire dai dati TROPOMI. L'affidabilità di questi dati è stata convalidata mediante confronto con osservazioni dirette sul campo, evidenziando un'ottima concordanza tra le diverse metodologie di stima del volume lavico e una notevole precisione nelle mappature delle colate, nell'ordine di pochi decine di metri.
Questa iniziativa sottolinea l'importanza dell'INGV nel coordinare e integrare fonti dati satellitari disparate, consentendo un'analisi quasi in tempo reale dell'attività vulcanica. Le informazioni così ottenute sono cruciali per una valutazione tempestiva dei pericoli, per migliorare la cartografia delle aree interessate dalle colate laviche e per approfondire la comprensione dei meccanismi eruttivi. Tutto ciò contribuisce significativamente alla gestione dei rischi e delle emergenze, salvaguardando vite e beni. La disponibilità di questi dati in modalità open access, unita all'articolo scientifico che ne descrive la genesi e l'applicazione, rafforza l'impegno verso la trasparenza e la collaborazione scientifica, promuovendo il progresso della vulcanologia e la sicurezza delle comunità.