Nutrire gli uccelli in estate: un gesto da riconsiderare

In piena estate, quando le giornate si allungano e la natura esplode in tutto il suo splendore, molte persone, mosse da un nobile intento, si dedicano a nutrire gli uccelli selvatici. Tuttavia, questa pratica, apparentemente innocua e dettata dall'affetto verso questi animali, solleva questioni complesse e dibattute. È fondamentale comprendere che, specialmente durante i mesi più caldi, l'alimentazione fornita dall'uomo può rivelarsi controproducente, alterando il comportamento naturale degli uccelli e esponendoli a rischi inaspettati. L'obiettivo principale dovrebbe essere quello di supportare la loro autonomia e la loro capacità di procacciarsi il cibo autonomamente, intervenendo solo in situazioni di reale necessità e con le modalità più appropriate.
La Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) ha chiarito, tramite Ester Gianfelici, responsabile del Centro di Recupero Fauna Selvatica di Roma, che è vivamente sconsigliato alimentare gli uccelli durante la stagione estiva. La preoccupazione principale è che i mangimi commerciali, spesso ricchi di sostanze non idonee o sbilanciate, possano essere utilizzati dagli uccelli adulti per nutrire i loro piccoli. Ciò può portare a carenze nutrizionali significative, compromettendo la crescita e lo sviluppo dei nidiacei. Analogamente, l'ente francese LPO (Ligue pour la Protection des Oiseaux) avverte sui pericoli secondari di tale pratica, come l'attrazione di predatori e la potenziale diffusione di malattie tra gli esemplari, in quanto l'aggregazione di più uccelli attorno alle fonti di cibo artificiale aumenta il rischio di trasmissione.
Invece di fornire cibo, il modo più efficace e sicuro per assistere gli uccelli durante i periodi di caldo intenso è mettere a disposizione ciotole d'acqua fresca e pulita. Questo gesto semplice, ma di grande impatto, permette agli uccelli di idratarsi e di rinfrescarsi, contrastando gli effetti negativi delle alte temperature. È cruciale, tuttavia, cambiare l'acqua quotidianamente per prevenirne la contaminazione e posizionare le ciotole in luoghi protetti, al riparo da possibili minacce. Questo approccio rispetta la loro natura selvatica e li aiuta a mantenere le loro abitudini alimentari naturali, che sono essenziali per la loro sopravvivenza a lungo termine.
Il periodo invernale rappresenta invece un'eccezione, un momento in cui l'alimentazione supplementare può effettivamente essere d'aiuto. Da novembre a febbraio, quando le risorse naturali scarseggiano e le condizioni climatiche diventano più rigide, l'offerta di mangimi specifici può sostenere gli uccelli. È importante, tuttavia, rimuovere le mangiatoie all'arrivo della primavera, quando la natura offre nuovamente abbondanza di cibo. Questa distinzione stagionale è cruciale per promuovere un rapporto equilibrato e rispettoso con la fauna selvatica, evitando di creare dipendenza e di interferire con i loro cicli naturali.
In linea generale, è essenziale adottare la filosofia di non intervenire nell'alimentazione della fauna selvatica, mantenendo il rispetto per la loro indipendenza e i loro istinti naturali. La fornitura di cibo da parte dell'uomo può indurre una pericolosa abitudine, rendendo gli animali meno capaci di procurarsi il sostentamento autonomamente e meno diffidenti nei confronti degli esseri umani, esponendoli a maggiori pericoli. Questo non solo altera la loro dieta naturale, ma può anche compromettere la loro innata capacità di sopravvivenza, trasformando un gesto di apparente generosità in un potenziale danno. Pertanto, l'approccio più saggio e responsabile è quello di limitare l'interazione umana e di permettere agli animali selvatici di prosperare nel loro ambiente, con il minor intervento possibile.