Appena dodici mesi dopo la sua solenne inaugurazione, la Stele della Pace, un'opera d'arte in pietra lavica incastonata tra le suggestive betulle dell'Etna, è stata oggetto di un incomprensibile atto vandalico. Grandi scritte realizzate con vernice spray di colore nero hanno deturpato il monumento, un tempo lucido e simbolo di speranza. Il Rotary Club Passport Mediterranee District 2110, ente promotore di questa scultura orientata verso il Mediterraneo, concepita per rappresentare l'unione tra le genti, ha espresso profondo disappunto per l'incidente.
Pochi giorni prima dell'atto vandalico, a fine luglio, si era svolta una marcia dedicata alla pace, culminata proprio presso la Stele, capolavoro dell'artista Nicola Dell'Erba. Tuttavia, durante un'escursione il sabato successivo, alcuni membri di un altro club hanno constatato con amarezza il grave sfregio, segnalando immediatamente l'accaduto alle autorità competenti.
Giuseppe Rossi, presidente del Rotary Club Passport Mediterranee District 2110, ha sottolineato il significato intrinseco del monumento: «Questo monumento vuole simboleggiare un contatto tra le coste estreme dell’Europa e le coste del continente Africa. Noi siamo per la pace positiva, quella che rende benessere e bellezza, quella che fa incontrare i popoli e determina prosperità sociale, quella che risolve i conflitti con la diplomazia e il buon senso». Il club ha già avviato le procedure per presentare una denuncia formale.
Non è ancora chiaro quali saranno i tempi e le modalità per la pulizia e il restauro della Stele della Pace. Nonostante ciò, i promotori dell'iniziativa non intendono arrendersi. I membri del club hanno riaffermato il loro impegno: «Ci impegneremo ancora a ripristinare il nostro monumento, impegnando il nostro tempo e le nostre risorse economiche – concludono i membri del club – auspicando che le foto che avrete certamente fatto e starete diffondendo nei vostri canali, possano aver soddisfatto la vostra energia che altrimenti potreste canalizzare in maniera eticamente, moralmente e socialmente più proficua».
Un'audace iniziativa artistica ha preso il via, impiegando un tipo di inchiostro del tutto innovativo, ecocompatibile e completamente biodegradabile: l'inchiostro a base di alghe. Questo progetto, denominato 'Art For Your Oceans' (AFYO), promosso da 'Art For Your World', rappresenta un ponte tra l'espressione artistica e la consapevolezza ambientale.
L'origine di questa sinergia tra arte e scienza risiede nella collaborazione tra il WWF e Artwise. L'obiettivo principale è mettere in luce il ruolo cruciale delle alghe nella mitigazione dei cambiamenti climatici, trasformandole contemporaneamente in un mezzo espressivo per talentuosi artisti contemporanei. Le foreste di alghe, in particolare quelle che prosperano lungo le coste scozzesi, sono riconosciute come elementi vitali nella lotta contro il riscaldamento globale, agendo come essenziali serbatoi di carbonio. Ma il loro impatto va oltre: i derivati delle alghe, che includono bioplastiche, fertilizzanti e persino prodotti per l'igiene, stanno rivoluzionando numerosi settori, incluso quello creativo. L'inchiostro derivato dalle alghe, ideato da Oceanium, si distingue come un'alternativa eco-compatibile e all'avanguardia rispetto ai tradizionali inchiostri.
Le creazioni realizzate nell'ambito di AFYO incarnano questa visione progressista. Tra le opere più notevoli figura 'Rock Fall, Porthstinian' di Emma Stibbon, un'artista che ha arricchito la sua usuale palette di pigmenti naturali e materiali organici con questo innovativo inchiostro di alghe, diluito con acqua marina, per evocare un legame profondo con l'ambiente. Analogamente, Emma Talbot ha dato vita a 'Selkie: Every Dream of the Future Calls You to Return', trovando nell'uso dell'inchiostro di alghe una fonte di ispirazione unica e affascinante. Beatriz Morales ha contribuito con 'Tecuani XVI', un'opera che impiega fibra di agave, coloranti naturali, inchiostro di alghe, plastica acrilica marina e pigmenti su iuta e cotone. Il nome 'Tecuani', termine nahuatl che significa 'animale indefinito', simboleggia l'essenza primordiale, la resilienza e la profonda ammirazione per la maestosità e la potenza del mondo naturale.
L'iniziativa non si limita a divulgare la conoscenza sulle sfide che gli ecosistemi marini devono affrontare, ma sostiene concretamente le attività del WWF volte a contrastare il declino degli oceani. Una selezione delle opere d'arte sarà messa all'asta durante la Frieze Week a Londra, grazie alla collaborazione con Sotheby's, e i proventi ottenuti saranno interamente devoluti a favore della conservazione degli oceani.
Questo progetto artistico-ambientale offre una prospettiva illuminante sulla potenza dell'innovazione e della collaborazione tra diversi settori per affrontare le sfide più urgenti del nostro tempo. L'utilizzo di materiali sostenibili come l'inchiostro di alghe non è solo un progresso tecnologico, ma un invito all'azione, dimostrando che l'arte può essere un catalizzatore di cambiamento, ispirando una maggiore consapevolezza e un impegno concreto per la protezione del nostro pianeta. È un promemoria che la creatività, unita alla scienza, ha la capacità di aprire nuove strade verso un futuro più sostenibile e in armonia con la natura.
Una tendenza preoccupante sta emergendo nel panorama turistico italiano: le coste, celebri per la loro vitalità, appaiono meno animate. Il dibattito si accende tra chi imputa la colpa all'escalation dei prezzi sotto l'ombrellone e chi denuncia una carenza di competitività nel settore turistico nazionale. Eppure, non mancano le voci che minimizzano, sostenendo un florido andamento generale del turismo.
La realtà, tuttavia, è delineata da statistiche inequivocabili. Il Sindacato Italiano Balneari (Sib) ha evidenziato un decremento medio delle presenze sulle spiagge del 15% nel mese di luglio, con picchi del 25% in regioni come Emilia-Romagna e Calabria, e analoghe difficoltà in Toscana e Lazio. A corroborare questi dati, il Codacons ha rielaborato i dati Istat sui prezzi al consumo, confermando un aumento annuale medio dell'1.7% a luglio. Tale incremento si traduce in una spesa aggiuntiva significativa per le famiglie, colpendo duramente il bilancio delle vacanze estive e spingendo circa il 49% degli italiani a rinunciare alle ferie tra giugno e settembre, un aumento notevole rispetto al 39,5% del 2019. Molti optano per la 'staycation', trascorrendo le vacanze a casa, mentre altri restano in Italia ma devono affrontare costi proibitivi.
In questo scenario, gli operatori balneari attribuiscono la flessione delle presenze al 'caro-vita' e alle condizioni climatiche avverse, riponendo le loro speranze in una ripresa durante la settimana di Ferragosto. I consumatori, d'altra parte, puntano il dito contro il 'caro ombrellone', con tariffe che possono raggiungere cifre esorbitanti, fino a 1.500€ per una giornata in località esclusive, portando alcuni a preferire destinazioni montane.
Un quadro ancor più nitido è fornito dall'indagine di Altroconsumo, la quale evidenzia come il settore degli stabilimenti balneari sia caratterizzato da una scarsa concorrenza e da una persistenza degli stessi operatori. Questo consolidato oligopolio permette un'impennata incontrollata dei prezzi di lettini e ombrelloni, trasformando l'accesso al mare in un vero e proprio privilegio. L'inchiesta, condotta su 213 stabilimenti italiani, ha rivelato aumenti medi del 5% rispetto all'anno precedente e un incremento del 17% nell'arco di quattro anni. La scarsa concorrenza, derivante dalle modalità di attribuzione delle concessioni, è identificata come la causa principale di questi rincari.
L'Italia, con i suoi 8.300 chilometri di costa e oltre 12.000 concessioni balneari, si trova di fronte a un problema annoso: l'assegnazione di tali concessioni. Molte di esse sono detenute dagli stessi operatori da decenni, rendendo il sistema rigido e poco trasparente. Nonostante le ripetute sollecitazioni dell'Unione Europea e la chiara sentenza della Corte di Giustizia UE che impone procedure di selezione eque e trasparenti, il governo italiano ha prorogato le concessioni senza gare pubbliche. Il DL Infrazioni del settembre 2024 ha ulteriormente esteso queste proroghe fino al 30 settembre 2027, posponendo l'introduzione di regole per la riassegnazione. Questa situazione stalla il mercato, impedendo una concorrenza sana e perpetuando i privilegi esistenti, nonostante le pressioni europee per una liberalizzazione del settore.