Ricerca italiana svela i segreti della durabilità dei colori nei murales: quali pigmenti resistono meglio al tempo e agli agenti atmosferici




I murales, opere d'arte che adornano le nostre città e trasformano pareti anonime in tele vibranti, sono in realtà più effimeri di quanto si possa immaginare. L'azione incessante di inquinamento, pioggia, raggi solari e persino i materiali utilizzati per la loro creazione influenzano notevolmente la loro longevità. Tuttavia, un recente studio italiano ha portato alla luce un aspetto cruciale spesso trascurato: la resistenza dei colori varia significativamente.
Questo studio, condotto da un team di ricercatori dell'Università di Pisa, del CNR e dell'Università di Perugia nell'ambito del progetto SuPerStAr, ha analizzato il murale intitolato 'Musica Popolare' del collettivo Orticanoodles, situato nel quartiere Ortica di Milano. Attraverso l'uso di tecnologie avanzate come rilievi multispettrali tramite droni, analisi chimiche di laboratorio e imaging iperspettrale, i ricercatori hanno potuto misurare con precisione le alterazioni dei colori nel tempo. I risultati hanno rivelato che il rosso, in particolare quello contenente il pigmento PR112, è il colore più suscettibile al degrado e allo sbiadimento. Al contrario, il viola e il giallo si sono dimostrati eccezionalmente stabili e resistenti, così come il nero e il grigio, che mantengono meglio la loro brillantezza. La ricerca ha anche evidenziato l'importanza dei leganti nelle vernici, come le resine acriliche o stireniche, che, soprattutto in presenza di biossido di titanio, possono influenzare la durata e la brillantezza dei colori.
La tecnologia impiegata in questo studio consente di monitorare lo stato dei murales in modo non invasivo, utilizzando droni per catturare immagini iperspettrali senza contatto fisico con l'opera. Questo metodo si rivela più efficiente ed economico rispetto alle tecniche di restauro tradizionali e offre la possibilità di studiare murales di grandi dimensioni sia in Italia che all'estero. Laura Cartechini del CNR-SCITEC ha sottolineato come queste informazioni siano preziose per i professionisti della conservazione, promuovendo un approccio più sostenibile per le amministrazioni locali e permettendo di creare una 'cronologia' dettagliata del degrado delle opere. Aldo Romani, direttore del centro SMAArt dell'Università di Perugia, ha aggiunto che l'obiettivo è prevedere quando, come e dove intervenire per prevenire la scomparsa di questi capolavori urbani. Questa scoperta ha implicazioni significative non solo per gli scienziati e i restauratori, ma per tutti gli amanti della street art, offrendo strumenti per proteggere opere iconiche come 'Girl with Balloon' di Banksy o i murales iperrealistici di Eduardo Kobra e Jorit. Nicola Masini del CNR-ISPC ha evidenziato come i dati iperspettrali ottenuti dai droni forniscano informazioni accurate in modo rapido e a costi contenuti, rappresentando un progresso fondamentale per la conservazione della street art. Questa ricerca non solo preserva i colori, ma anche le storie, i messaggi e le emozioni racchiuse nei murales, assicurando che questi racconti urbani continuino a vivere nel tempo.