Il cuore pulsante del ciclismo gravel tornerà a vibrare a Cervia, dove il Fantini Club sarà il punto di ritrovo per atleti e appassionati da ogni angolo d'Italia, in occasione della sesta edizione della 'Strade Bianche del Sale Fantini Club'. Questa manifestazione autunnale rappresenta un'occasione unica per coloro che desiderano immergersi nella bellezza incontaminata dei paesaggi e vivere l'emozione della libertà, senza la pressione del cronometro. Con partenze libere tra le 7:45 e le 8:45 dallo storico stabilimento balneare 182, l'evento si configura non solo come una semplice cicloturistica, ma come un autentico viaggio nel cuore della Romagna, un'esperienza che abbraccia il mare, le celebri saline, le dolci colline e i suggestivi borghi.
Gli organizzatori hanno pensato a tutti, proponendo quattro itinerari diversi per difficoltà e lunghezza, che vanno dal percorso 'light' di 35 chilometri a quello più impegnativo di 120 chilometri. Tutti i tracciati sono stati studiati per offrire un perfetto equilibrio tra strade bianche e sentieri sterrati, attraversando il pittoresco Parco della Salina di Cervia e salendo gradualmente verso l'entroterra romagnolo. Ogni chilometro percorso sarà arricchito da panorami mozzafiato, dalla natura incontaminata e da un profondo contatto con la cultura locale, rendendo ogni pedalata un momento memorabile. Lungo i percorsi più estesi, saranno allestiti quattro punti di ristoro per ricaricare le energie, mentre l'arrivo emozionante attenderà tutti i ciclisti al Fantini Club, esattamente sulla 'finish line' dell'IRONMAN Italy Emilia-Romagna. Qui, un tappeto rosso sul bagnasciuga, accompagnato da applausi e dal suono delle onde, accoglierà i partecipanti, facendoli sentire veri protagonisti fino all'ultimo metro. La giornata si concluderà con il leggendario 'pasta party' con vista mare, un momento conviviale aperto anche agli accompagnatori.
Questo appuntamento è un'opportunità da non perdere per chi desidera vivere una due giorni che fonde armonicamente sport, bellezza e passione, immergendosi nelle meraviglie del mare, delle saline e delle colline romagnole. L'evento si aprirà già sabato 11 ottobre con la seconda edizione della 'Pineta Social Ride': 40 chilometri di puro divertimento su un percorso pianeggiante che si snoda tra pinete e canali, un'occasione per pedalare in compagnia e scoprire il lato più rilassato delle 'Strade Bianche di Romagna', senza alcuna competizione. Nel pomeriggio di sabato, il Fantini Club si trasformerà in un vero e proprio 'village ciclistico' ospitando il 'Baldoni Bike Fest', in collaborazione con Baldoni Bike Shop Forlì. Sarà una vera e propria celebrazione per tutti gli amanti delle due ruote, con un'area espositiva 'Gravel Village', la possibilità di testare nuove bici, scoprire prodotti innovativi e godersi un aperitivo accompagnato da musica e intrattenimento. Le iscrizioni per la sesta edizione della Strade Bianche del Sale Fantini Club sono già aperte dal 5 giugno e possono essere effettuate tramite il sito stradebianchedelsale.com. Il costo dell'iscrizione è di 20 euro, che salirà a 25 euro per chi deciderà di iscriversi tra il 10 e il 12 ottobre. Questa quota include un ricco pacco gara, i ristori lungo il percorso, il pasta party finale e una medaglia all'arrivo. Per chi desidera partecipare alla Social Ride del sabato, la quota di iscrizione è di 10 euro, con uno sconto a 7 euro per chi si iscriverà in combinata con la Strade Bianche del Sale.
Eventi come la 'Strade Bianche del Sale Fantini Club' ci ricordano l'importanza di valorizzare il nostro territorio e di promuovere uno stile di vita attivo e sostenibile. La bicicletta diventa un mezzo potente non solo per il benessere fisico, ma anche per esplorare e apprezzare la bellezza autentica del nostro paese, fomentando un senso di comunità e rispetto per l'ambiente. È un invito a riscoprire il piacere del viaggio lento, a connettersi con la natura e a celebrare la passione che unisce le persone, rendendo ogni esperienza un inno alla gioia e alla condivisione.
Il recupero di materiali preziosi dalle acque reflue rappresenta una svolta fondamentale per un futuro più sostenibile. Invece di considerare le acque di scarico come un semplice rifiuto da eliminare, un team di ricerca internazionale sta dimostrando come queste possano diventare una miniera di risorse. L'obiettivo è trasformare gli impianti di depurazione in vere e proprie 'fabbriche circolari', capaci di produrre fertilizzanti, biopolimeri e altre materie prime, contribuendo in maniera significativa alla riduzione delle emissioni di carbonio e all'adozione di un'economia circolare avanzata.
Presso l'impianto sperimentale dell'Università di Stoccarda, a Büsnau, il progetto KoalAplan ha inaugurato un'innovativa biorefinery pilota. Qui, per oltre sei mesi nel 2024, i ricercatori hanno condotto test approfonditi per dimostrare la fattibilità di convertire i reflui urbani in materie prime secondarie. L'approccio tradizionale per l'eliminazione dell'azoto, che lo disperde nell'atmosfera come gas serra, è stato abbandonato a favore di un metodo di recupero fisico. Utilizzando filtri a zeolite o sistemi di scambio ionico, è stata prodotta una soluzione concentrata di ammonio, destinata a essere riutilizzata come fertilizzante in agricoltura, chiudendo così un ciclo di risorse precedentemente sprecato.
Un altro filone di ricerca si è concentrato sui fanghi separati nelle prime fasi di depurazione. Invece di essere destinati alla digestione anaerobica per la produzione di metano, questi fanghi sono stati sottoposti a fermentazione oscura. Questo processo, che si arresta alla produzione di acidi organici a catena corta come acetico, propionico e butirrico, apre la strada a diverse applicazioni, dalla produzione di idrogeno alla sintesi di bioplastiche PHAs.
Il team del Fraunhofer IGB, sotto la guida del ricercatore Pravesh Tamang, ha impiegato l'idrolizzato ottenuto per produrre PHBV, un tipo di bioplastica. Grazie a un innovativo sistema di fermentazione con filtrazione a flusso incrociato, i batteri sono riusciti a convertire un'impressionante percentuale del carbonio degli acidi organici in biomassa e biopolimeri. Il PHBV risultante mostra proprietà meccaniche superiori rispetto ad altre bioplastiche, inclusa maggiore flessibilità e minore cristallinità, rendendolo ideale per una vasta gamma di utilizzi, dagli imballaggi ai dispositivi medici. La ricerca futura si concentrerà sull'ottimizzazione della fermentazione per migliorare ulteriormente le proprietà di questo materiale promettente.
Queste scoperte aprono scenari affascinanti per la gestione delle risorse idriche e la sostenibilità ambientale. La transizione da un modello lineare a uno circolare, dove ciò che era considerato scarto diventa risorsa, è fondamentale per raggiungere la neutralità climatica. Come osservatori, possiamo apprezzare l'ingegno e la dedizione di questi ricercatori nel trasformare una problematica globale in un'opportunità di innovazione. Questo approccio non solo riduce l'inquinamento, ma crea anche nuove catene di valore, dimostrando che un futuro in cui le nostre città sono anche centri di produzione sostenibile non è solo un sogno, ma una realtà tangibile in divenire.
La città di Roma si appresta a intraprendere un percorso significativo verso la sostenibilità ambientale con l'adozione di un ambizioso \"Piano del Verde e della Natura\". Questa iniziativa, promossa dall'amministrazione capitolina, è volta a trasformare e valorizzare l'immenso patrimonio verde della capitale. Il piano delineerà strategie a medio e lungo termine per la gestione, la tutela e l'incremento delle aree verdi urbane e periurbane, ponendo un'attenzione particolare al miglioramento dei servizi ecosistemici offerti dalla natura.
Lo scorso 28 agosto, la Giunta Capitolina, guidata dall'Assessora all'Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti, Sabrina Alfonsi, ha compiuto un passo decisivo approvando la Memoria che dà il via libera alla redazione del \"Piano del Verde e della Natura\". Il Dipartimento Tutela Ambientale è stato incaricato di coordinare questo progetto, che mira a fornire a Roma, con il suo vastissimo patrimonio verde che costituisce un terzo della sua superficie, uno strumento di pianificazione innovativo. Questo documento non solo stabilirà obiettivi chiari per il miglioramento dei servizi ecosistemici e lo sviluppo del verde, ma includerà anche l'allocazione delle risorse economiche necessarie e le metodologie per monitorare il progresso. La collaborazione intersettoriale è un pilastro di questo piano: un gruppo di lavoro multidisciplinare, che include la Sovrintendenza Capitolina, la Direzione Generale, l'ufficio \"Clima\", e i Dipartimenti di Programmazione e Attuazione Urbanistica, Infrastrutture e Lavori Pubblici, Patrimonio e Politiche Abitative, e Ciclo dei Rifiuti, garantirà un'integrazione completa con la pianificazione urbanistica esistente. L'Assessora Alfonsi ha sottolineato l'importanza di questa visione strategica a lungo termine per proteggere e valorizzare le ville storiche, la diversità delle specie arboree e i numerosi parchi e giardini che arricchiscono il tessuto urbano romano, in piena armonia con la Strategia Europea sulla Biodiversità per il 2030.
L'approvazione di questo piano rappresenta un segnale forte e chiaro da parte di Roma Capitale riguardo al suo impegno per un futuro più verde e sostenibile. Dal mio punto di vista di osservatore attento alle dinamiche urbane, è fondamentale che iniziative come questa non rimangano solo sulla carta, ma si traducano in azioni concrete e misurabili. L'integrazione tra diverse competenze dipartimentali e la partecipazione civica, come annunciato, saranno cruciali per il successo di un progetto che ha il potenziale di migliorare significativamente la qualità della vita dei cittadini, offrendo spazi verdi più curati e accessibili, e contribuendo attivamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici in un contesto urbano. È un esempio virtuoso di come le grandi città possano e debbano investire nel loro capitale naturale per il benessere presente e futuro.