Inadempienze e Rischi: La Qualità delle Acque Costiere Calabresi Sotto la Lente






La trasparenza sulla qualità delle acque balneabili in Calabria è un tema di crescente preoccupazione. Nonostante l'avvio della stagione balneare 2025, la mancanza di segnaletica informativa sulle spiagge e le incongruenze nei dati ufficiali mettono in discussione l'effettiva tutela della salute pubblica. La situazione evidenzia la necessità di un'azione più decisa per affrontare le cause dell'inquinamento e valorizzare il patrimonio costiero regionale.
Le recenti modifiche alle mappe delle aree balneabili e l'aumento dei divieti permanenti riducono ulteriormente gli spazi idonei alla balneazione, sollevando dubbi sull'impegno delle autorità locali. È fondamentale mantenere alta l'attenzione su questo prezioso ecosistema, promuovendo interventi concreti che garantiscano acque pulite e preservino la straordinaria biodiversità marina e geologica della Calabria.
Carenze Informative e Incongruenze nei Dati sulle Acque Balneabili
La stagione balneare 2025, iniziata il primo maggio, ha evidenziato una grave lacuna lungo le coste calabresi: l'assenza della cartellonistica obbligatoria che dovrebbe informare i bagnanti sulla qualità delle acque. Questa omissione, in contrasto con le normative vigenti che impongono la chiara esposizione dei dati relativi ai profili delle acque balneabili, solleva seri interrogativi sulla tutela della salute pubblica. La mancata divulgazione di informazioni cruciali, spesso disponibili solo tramite complesse ricerche online e con evidenti imprecisioni, mina la fiducia dei cittadini e compromette la sicurezza di chi frequenta le spiagge. La necessità di dati tempestivi e accurati è impellente, considerando che la stagione si protrae fino a fine ottobre, e la “carta d'identità” di ogni area balneare, contenente i rischi e le caratteristiche specifiche, dovrebbe essere a disposizione di tutti.
Le segnalazioni di incongruenze non sono nuove, e anche le modifiche apportate di recente dal Ministero della Salute, in risposta a denunce riguardanti il divieto temporaneo di balneazione in specifiche aree, hanno generato ulteriore confusione. Ad esempio, il caso di “Lido Marinella”, la cui classificazione è stata spostata sulla mappa del Ministero della Salute, ma non su quella dell'Agenzia Europea dell'Ambiente, evidenzia una disomogeneità nella gestione e nella comunicazione dei dati. Ancora più preoccupante è la discrepanza tra la lunghezza delle aree balneabili riportata nei profili e quella effettivamente indicata sulle mappe, oltre alla scomparsa di retini verdi che indicano l'idoneità alla balneazione in zone cruciali, come la Foce del Torrente Spilinga. Questi dettagli non marginali implicano che alcune aree, prima considerate balneabili, sono ora soggette a divieto permanente. Tali carenze informative e le continue imprecisioni rivelano una gestione poco efficace, alimentando il sospetto di un interesse limitato da parte delle classi dirigenti locali nel risolvere le cause dell'inquinamento e la conseguente riduzione delle zone balneabili.
Preservazione del Patrimonio Costiero e Sfide Ambientali
La progressiva riduzione delle aree balneabili e l'aumento dei divieti permanenti sulle coste calabresi sono un campanello d'allarme che richiede un'attenzione immediata e una strategia risoluta per la salvaguardia dell'ambiente marino. Questi fenomeni, ben documentati da anni, sono principalmente imputabili allo scarso funzionamento degli impianti di depurazione e allo sversamento di scarichi abusivi direttamente in mare o attraverso i corsi d'acqua. È imperativo non solo potenziare i controlli e le analisi delle acque, ma soprattutto agire alla radice del problema, investendo in infrastrutture e politiche che mirino a eliminare le fonti di inquinamento. Il patrimonio costiero calabrese, con le sue spiagge uniche formate da rocce di epoche geologiche diverse e la straordinaria biodiversità marina, è un tesoro che va protetto con urgenza e dedizione, andando oltre le proteste estemporanee e la propaganda politica per concentrarsi su soluzioni concrete e durature.
Per affrontare efficacemente queste sfide, è fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza sulle peculiarità del patrimonio costiero regionale. La Calabria vanta non solo una diversità geologica eccezionale, con scogliere granitiche uniche nel panorama italiano, ma anche un'incredibile ricchezza di habitat e forme di vita acquatiche e terrestri. Specie rare, come i cavallucci marini, popolano riserve naturali e parchi marini regionali, come la Baia di Soverato e la Riviera dei Cedri, che meritano maggiore attenzione e tutela. La presenza di ostriche imperiali in zone come gli “Scogli di Isca” e i “Fondali di Stalettì” evidenzia ulteriormente il valore ecologico di queste aree. È cruciale che le autorità, gli enti di controllo e la società civile lavorino in sinergia per mantenere alta l'attenzione su questi tesori naturali, garantendo la pulizia delle acque e la conservazione della biodiversità, evitando che le problematiche ambientali vengano politicizzate o trascurate a discapito della salute pubblica e del futuro del territorio.