I Paesi Bassi si distinguono in Europa per un modello lavorativo unico, caratterizzato da una settimana media di poco più di 32 ore. Questo risultato non deriva da una normativa governativa, ma piuttosto da una radicata diffusione del lavoro a tempo parziale. Tale approccio ha contribuito a un'eccezionale produttività oraria, a un'elevata flessibilità contrattuale e a un salario minimo competitivo, che nel 2025 supererà i 2.300 euro netti mensili. Un sistema, quindi, che rende l'opzione di un orario ridotto sia praticabile che allettante per una vasta porzione della popolazione, testimoniando come il lavoro part-time possa essere un motore di efficienza e soddisfazione.
I benefici di questa impostazione sono evidenti e si riflettono in vari ambiti. L'Olanda non solo figura tra le economie più prospere e stabili del continente, ma vanta anche un tasso di occupazione notevolmente elevato, superando paesi come gli Stati Uniti, la Francia e l'Italia. Questo dimostra che una riduzione delle ore lavorative non implica necessariamente una diminuzione della produzione o della competitività. Al contrario, il benessere complessivo della società ne trae grande giovamento: i bambini olandesi sono considerati tra i più felici al mondo e il paese si colloca stabilmente nella top 5 delle nazioni più felici a livello globale. Un ulteriore dato interessante è l'età effettiva di pensionamento, tra le più alte in Europa, suggerendo che un lavoro più equilibrato e sostenibile permette di mantenere l'attività professionale più a lungo.
Nonostante i notevoli successi, il modello olandese presenta alcune criticità che richiedono attenzione. Una di queste è il rischio che il lavoro a tempo parziale, in particolare per le donne, possa limitare le opportunità di avanzamento di carriera, come evidenziato dalla bassa percentuale di donne in posizioni manageriali. Un'altra sfida significativa è la crescente carenza di manodopera in settori essenziali come la sanità e l'istruzione. Affinché questo modello possa essere replicato con successo altrove, è fondamentale affrontare e risolvere queste problematiche, garantendo che i vantaggi del part-time siano equamente distribuiti e non creino nuovi squilibri. L'esperienza olandese insegna che un approccio culturale che valorizza il benessere e combatte lo stress può condurre a un ambiente lavorativo più umano e produttivo.
Ogni anno, la tradizionale Tomatina di Buñol, giunta alla sua settantottesima edizione, trasforma la placida cittadina spagnola in un vibrante scenario dipinto di rosso. Questo singolare evento, pur essendo un'attrazione turistica di risonanza mondiale, riaccende immancabilmente il dibattito etico sull'utilizzo di risorse alimentari in un contesto globale sempre più afflitto da penurie e fame. La celebrazione, che attira decine di migliaia di partecipanti da ogni dove, si scontra con la crescente consapevolezza sull'importanza della sostenibilità e sulla necessità di un uso più responsabile delle risorse naturali.
Nella suggestiva cornice di Buñol, la giornata del 28 agosto 2025 ha visto la celebrazione della settantottesima edizione della Tomatina, un evento che ha trasformato la città in un caleidoscopio di emozioni e colori. Circa 22.000 entusiasti partecipanti si sono radunati per la celebre battaglia dei pomodori, scagliando con vigore oltre 120.000 chili di pomodori della varietà pera, coltivati appositamente in Estremadura e non idonei al consumo alimentare. Questi frutti, giunti a destinazione su imponenti camion, hanno dato vita a uno spettacolo unico nel suo genere. La manifestazione, le cui origini risalgono casualmente al 1945, si tiene puntualmente ogni ultimo mercoledì di agosto, richiamando visitatori da ogni angolo del globo nella ridente città valenciana, che in questa occasione si anima con oltre 45.000 presenze. L'edizione di quest'anno, intitolata “Tomaterapia”, ha voluto simboleggiare la rinascita della comunità valenciana dopo la devastante alluvione del 29 ottobre 2024, nota come Dana. Buñol, tra le città più duramente colpite, ha visto il suo castello subire danni significativi. Per tale ragione, il Comune ha lanciato una piattaforma dedicata alla raccolta fondi, con l'obiettivo di sostenere la ricostruzione di questo storico simbolo. Alle ore 12 in punto, un razzo ha ufficialmente inaugurato la “battaglia”, dando il via alla lenta processione dei sei camion carichi di pomodori. Per circa un'ora, le strade, i vicoli e le facciate degli edifici si sono trasformate in una tavolozza vivente di rosso, mentre schizzi e lanci incessanti hanno avvolto la città in un'atmosfera di pura euforia. Un secondo razzo ha poi annunciato la conclusione delle ostilità, segnando l'inizio di una massiccia operazione di pulizia con idropulitrici, che ha riportato Buñol a una parvenza di normalità, lasciando dietro di sé solo il ricordo di un'esperienza indimenticabile e il profumo agrodolce del pomodoro nell'aria.
La Tomatina, pur essendo un evento di grande richiamo turistico e un volano per l'economia locale, ci impone una riflessione profonda sul concetto di spreco. In un mondo dove la sicurezza alimentare è un privilegio per pochi e milioni di persone soffrono la fame, la destinazione di tonnellate di cibo, seppur non commestibile e destinato al compostaggio, a un'attività ludica, solleva interrogativi seri. È un contrasto stridente tra l'abbondanza ostentata e la carenza diffusa. La "Tomaterapia" di Buñol, se da un lato offre un momento di catarsi e coesione sociale, dall'altro ci ricorda la responsabilità collettiva di riconsiderare il nostro rapporto con le risorse, privilegiando pratiche più sostenibili e consapevoli. L'equilibrio tra tradizione, intrattenimento e rispetto per l'ambiente e per chi è meno fortunato, è una sfida complessa che il festival di Buñol, come molti altri eventi simili, porta alla nostra attenzione con rinnovata urgenza.
La dispensa di molti è spesso arricchita dalla presenza di creme spalmabili, un vero piacere per il palato. Tuttavia, dietro l'apparenza invitante, la loro composizione non sempre risponde alle esigenze di un consumatore attento. Molte di queste contengono quantità elevate di zuccheri, grassi aggiunti e una percentuale di frutta a guscio, come le nocciole, che può essere sorprendentemente bassa, talvolta inferiore al 20% del prodotto totale. Questo rende la selezione del prodotto giusto un compito più complesso di quanto sembri, richiedendo un'analisi approfondita degli ingredienti per discernere le opzioni più equilibrate e salutari.
Per fare chiarezza nel vasto panorama delle creme spalmabili, Altroconsumo ha intrapreso un'indagine meticolosa, mettendo a confronto 14 diverse varietà di creme spalmabili alla nocciola ampiamente disponibili nei supermercati italiani. Lo studio ha valutato con rigore ingredienti, profili nutrizionali e, naturalmente, il piacere gustativo di ciascun prodotto. L'obiettivo era fornire ai consumatori una guida affidabile, distinguendo le eccellenze dalle opzioni meno consigliabili e mettendo in luce le caratteristiche che definiscono una crema spalmabile di alta qualità.
Soltanto una parte delle creme analizzate ha ottenuto un giudizio di “buona qualità” nel test condotto da Altroconsumo. Tra queste, spiccano tre prodotti che si sono distinti per le loro caratteristiche superiori. La Zaini Emilia Crema Fondente ha raggiunto il punteggio più alto, affermandosi come la migliore del test e il miglior acquisto, grazie alla sua ricca percentuale di nocciole (25%) e un prezzo competitivo. Seguono a parimerito la Rigoni di Asiago Nocciolata Bio La Dark Senza Latte e la Novi CremaNovi, entrambe con un punteggio di 60. La Nocciolata Bio La Dark Senza Latte offre una buona percentuale di nocciole (20%) e un'opzione senza latticini, mentre la Novi CremaNovi si distingue per l'elevato contenuto di nocciole (45%), il più alto tra i prodotti esaminati. Anche la Rigoni di Asiago Nocciolata Bio L'Originale ha mostrato una qualità notevole, con il 19% di nocciole e un buon equilibrio generale. Queste scelte rappresentano alternative eccellenti per chi cerca prodotti con un migliore profilo nutrizionale e un gusto autentico.
Un gruppo più ampio di creme spalmabili è stato classificato come di “media qualità”. Tra queste, troviamo nomi molto noti come la Ferrero Nutella, che, nonostante la sua popolarità, si è posizionata a metà classifica, con una percentuale di nocciole del 13%. Altre creme come la S.Z. La Crema Spalmabile, Selex Crema Spalmabile Nocciole, Pan di Stelle con Granella di Biscotto, Lindt Nocciole, Ferrero Nutella Plant Based, Valsoia La Crema 100% Vegetale, Riso Scotti Sì con Riso Crema e Conad Crema alle Nocciole rientrano in questa categoria. Le loro percentuali di nocciole variano, e la presenza di zuccheri e additivi ha influenzato il loro punteggio complessivo. È interessante notare come la versione vegetale della Nutella abbia ottenuto un punteggio simile a quella tradizionale, indicando che anche le opzioni innovative non sempre eccellono in tutti gli aspetti nutrizionali.
In fondo alla classifica, con un giudizio di “bassa qualità”, si trova la Dolciando (Eurospin) Crema alle Nocciole e Cacao con Granella di Biscotto. Questo prodotto ha mostrato le criticità maggiori in termini di ingredienti e valori nutrizionali. Di fronte a queste scoperte, emerge un'alternativa sempre più apprezzata: la preparazione casalinga della crema spalmabile. Realizzare la propria “Nutella” in casa permette un controllo totale sugli ingredienti, garantendo l'assenza di zuccheri raffinati in eccesso, grassi non desiderati e additivi. Questa scelta non solo assicura un prodotto più sano, ma offre anche la possibilità di personalizzare il gusto e la consistenza, trasformando un semplice alimento in una delizia genuina e su misura.
Il rigoroso test condotto da Altroconsumo ha esaminato i prodotti acquistati tra aprile e maggio 2025, selezionandoli da supermercati e discount in quattro diverse città italiane. La valutazione complessiva si è basata su tre pilastri fondamentali. Il primo, con un peso del 50% sul giudizio finale, ha riguardato la composizione e i valori nutrizionali, analizzando in dettaglio la percentuale di nocciole, zuccheri, grassi saturi, additivi e ingredienti ultra-trasformati, e integrando il Nutri-Score del prodotto. Il secondo criterio, l'assaggio, ha rappresentato il 40% del punteggio: una giuria di consumatori ha valutato in forma anonima aspetto, profumo, consistenza e sapore delle creme. Infine, il 10% del giudizio è stato attribuito all'etichettatura, verificando la presenza delle informazioni obbligatorie e facoltative, oltre alla loro chiarezza e leggibilità. Un'attenzione particolare è stata data agli additivi e al grado di trasformazione: la presenza di aromi artificiali, fruttosio o coloranti ha penalizzato il punteggio, così come gli edulcoranti, considerati potenzialmente rischiosi se consumati in grandi quantità, come indicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.