La Crisi delle Capre a Stromboli: Urge una Soluzione Responsabile

L'isola di Stromboli, in particolare il borgo di Ginostra, si trova ad affrontare una situazione insostenibile a causa della proliferazione incontrollata di capre selvatiche. Questi animali, la cui popolazione ha raggiunto circa duemila esemplari, superando di gran lunga i pochi residenti, sono diventati una fonte di notevoli disagi. La loro presenza massiccia ha provocato danni significativi a case, giardini e coltivazioni, alterando la quotidianità degli abitanti. La questione richiede un intervento urgente e ben ponderato, che non contempli soluzioni estreme come l'eliminazione, ma piuttosto strategie di gestione sostenibili e rispettose della vita animale.
La problematica ha radici storiche: le capre, discendenti di due esemplari introdotti sull'isola nel dopoguerra per scopi zootecnici, si sono riprodotte senza controllo. La situazione è precipitata in seguito ai disastrosi incendi del 2022 e alle successive alluvioni, eventi che hanno spinto gli animali a scendere dalle zone più alte del vulcano, invadendo le aree abitate. La ricerca di cibo e riparo ha portato le capre a occupare spazi privati, trasformando terrazze in pascoli e devastando orti e uliveti. Vi sono persino testimonianze di capre che, approfittando di porte lasciate aperte, si sono avventurate all'interno delle abitazioni.
Oltre ai danni materiali, la questione igienico-sanitaria è diventata preoccupante. Le capre lasciano i loro escrementi sui tetti, compromettendo la raccolta dell'acqua piovana, una risorsa idrica preziosa e limitata sull'isola. Anche i turisti hanno vissuto esperienze spiacevoli, trovandosi talvolta circondati da gruppi di capre durante le escursioni sui sentieri. Sebbene questi incontri possano generare apprensione, è fondamentale comprendere che il comportamento degli animali è dettato dalla semplice necessità di procurarsi sostentamento.
La criticità della situazione è ulteriormente aggravata dalla morte degli animali all'interno delle proprietà private, con l'onere della rimozione e sepoltura che ricade sui residenti, generando costi considerevoli. Nonostante un piano sanitario fosse stato approvato a gennaio, prevedendo sia il trasferimento che un abbattimento selettivo, non è stato attuato alcun provvedimento concreto fino ad oggi. È imperativo adottare un approccio che escluda l'abbattimento, in quanto le capre non sono responsabili della situazione venutasi a creare. Sono state introdotte dall'uomo e il loro comportamento è una diretta conseguenza della ricerca di sopravvivenza in un ambiente che è stato alterato da eventi naturali e dall'attività umana.
È quindi indispensabile elaborare un piano di trasferimento e gestione responsabile che salvaguardi la salute pubblica senza ricorrere a misure punitive nei confronti degli animali. Non è ammissibile che le capre paghino le conseguenze di una problematica generata da fattori antropici e dalla mancanza di interventi preventivi efficaci. L'obiettivo deve essere quello di tutelare sia la comunità locale che la fauna selvatica, evitando una dicotomia che costringa a scegliere tra il benessere dell'uomo e quello degli animali.
In sintesi, la convivenza tra l'uomo e la fauna selvatica a Stromboli ha raggiunto un punto di non ritorno, richiedendo una soluzione etica e sostenibile. La gestione delle capre non deve passare attraverso l'eradicazione, ma attraverso la pianificazione di trasferimenti e interventi che ripristinino un equilibrio ecologico e sociale, preservando la biodiversità dell'isola e la qualità della vita dei suoi abitanti.