Svelata la Causa del Declino delle Stelle Marine: Un Batterio e il Calore degli Oceani




Dal 2013, una misteriosa e massiccia moria di stelle marine ha afflitto le coste del Pacifico, dal Messico all'Alaska, portando alla scomparsa di miliardi di esemplari. Questa epidemia, nota come \"wasting disease\", faceva sì che le stelle marine si \"sciogliessero\" letteralmente nel giro di pochi giorni. Oggi, a distanza di oltre un decennio, un consorzio internazionale di ricercatori ha svelato il mistero, identificando il batterio responsabile: si tratta del ceppo FHCF-3, appartenente alla famiglia dei Vibrio pectenicida. Lo studio, pubblicato su Nature Ecology & Evolution, sottolinea come l'aumento della temperatura marina favorisca la virulenza di questo patogeno, complicando ulteriormente la sopravvivenza di questi delicati organismi già sotto stress per i cambiamenti climatici. I sintomi della malattia sono rapidi e devastanti: iniziano con lesioni cutanee che progrediscono fino alla completa disintegrazione dei tessuti, causando la morte degli animali in circa due settimane.
La scoperta di questo agente patogeno è stata il frutto di anni di ricerca intensiva, complicata dalla sovrapposizione dei sintomi con altri fattori di stress ambientale. La conferma definitiva è arrivata attraverso esperimenti rigorosi, che hanno dimostrato come il ceppo FHCF-3, isolato dagli esemplari malati, sia letale per le stelle marine sane, con una mortalità superiore al 90% in pochi giorni. Questa rivelazione non è solo una vittoria scientifica, ma un passo cruciale per comprendere e affrontare le ripercussioni ecologiche. Le stelle marine girasole, infatti, sono predatori chiave dei ricci di mare; la loro drastica diminuzione ha portato a una proliferazione incontrollata di questi ultimi, che stanno devastando le foreste di kelp, ecosistemi vitali che assorbono anidride carbonica, proteggono le coste e supportano innumerevoli specie marine e comunità costiere. La perdita di questi predatori apicali ha innescato un pericoloso effetto domino, minacciando la stabilità ecologica.
Con l'identificazione del batterio, si aprono nuove prospettive per la conservazione e il ripristino degli ecosistemi marini. Gli scienziati stanno ora esplorando diverse strategie, tra cui lo studio della resistenza genetica alla malattia, l'avvio di programmi di allevamento in cattività e la reintroduzione controllata di stelle marine sane nei loro habitat naturali. Nonostante le sfide che ci attendono, questa scoperta rappresenta un raggio di speranza, offrendo strumenti concreti per intervenire e mitigare i danni di un'epidemia che ha profondamente alterato gli equilibri marini. È un monito sull'interconnessione degli ecosistemi e sull'urgenza di proteggere la biodiversità, mostrando che la scienza e la collaborazione possono guidarci verso soluzioni per la salvaguardia del nostro pianeta.