Gaza: La Crudeltà del Reprocidio e la Distruzione della Vita Nascente

Nella Striscia di Gaza, oltre agli orrori della violenza e delle perdite umane già ampiamente documentate, si sta manifestando una forma di oppressione meno conosciuta ma altrettanto devastante: il 'reprocidio'. Questo termine, coniato da Loretta Ross, descrive una strategia intenzionale mirata a compromettere la capacità riproduttiva di una popolazione, spesso utilizzata da potenze coloniali contro le comunità soggette. A Gaza, questa tattica si traduce in un sistematico attacco alla salute riproduttiva dei palestinesi, con l'obiettivo di minare il loro futuro demografico. Tale approccio non è nuovo nella storia, trovando precedenti in contesti di pulizia etnica e controllo territoriale. La situazione attuale evidenzia come il controllo della riproduzione venga impiegato come strumento di annientamento, con implicazioni profonde e durature per la sopravvivenza e l'identità del popolo palestinese.
Le azioni in corso a Gaza rappresentano una continuazione di politiche israeliane volte a controllare la demografia palestinese. La professoressa Nadera Shalhoub-Kevorkian ha evidenziato come le restrizioni imposte da Israele, quali coprifuochi e posti di blocco, abbiano un impatto diretto e devastante sulla salute riproduttiva delle donne palestinesi, specialmente a Gerusalemme Est e in Cisgiordania. Fin dalla creazione dello stato di Israele, nel periodo tra il 1947 e il 1949, si sono verificati sfollamenti forzati e massacri di massa che hanno ridotto significativamente la popolazione palestinese e la sua capacità di crescita. L'intento di mantenere la supremazia demografica ebraica è alla base di molteplici misure di controllo sulla riproduzione palestinese, con effetti che si manifestano ancora oggi.
Dall'ottobre del 2023, le ostilità a Gaza hanno causato la morte di decine di migliaia di palestinesi, inclusi numerosi bambini, e migliaia di altri sono dati per dispersi. La Save the Children ha riportato la scomparsa di oltre 21.000 minori, il cui destino rimane incerto. Questi numeri, probabilmente sottostimati, suggeriscono una strategia che va oltre il semplice conflitto armato, mirando a prevenire la nascita e la sopravvivenza delle future generazioni palestinesi. Mohammed Saqr del Nasser Medical Complex di Khan Younis ha rivelato che le équipe mediche, nonostante la scarsità di risorse, si concentrano sul salvataggio di donne e bambini per 'preservare la discendenza palestinese', sottolineando l'emergenza riproduttiva in atto. La distruzione di intere famiglie e la riduzione drastica del numero di sopravvissuti evidenziano la portata di questa campagna.
Un aspetto particolarmente inquietante del 'reprocidio' è l'attacco mirato alle strutture sanitarie, inclusi gli ospedali e le cliniche per la fertilità. Nel dicembre 2023, la clinica Al Basma IVF di Gaza è stata colpita, causando la distruzione di migliaia di embrioni e campioni vitali. Questo atto ha eliminato, come ha affermato il dottor Bahaeldeen Ghalayini, '5.000 vite in un guscio', un gesto che simbolicamente e concretamente impedisce la possibilità di future nascite. Le condizioni di vita estreme, inclusa la scarsità di acqua potabile e prodotti igienici, aumentano ulteriormente i rischi per la salute delle donne incinte e delle neomamme. Secondo l'ONU e l'OMS, decine di migliaia di donne a Gaza erano in stato di gravidanza all'inizio del conflitto, con un'alta percentuale che affronta complicazioni gravi e un aumento esponenziale degli aborti spontanei. Molte sono costrette a partorire in condizioni disumane, senza anestesia o cure post-partum adeguate, compromettendo gravemente la loro salute riproduttiva a lungo termine.
La deliberata privazione di risorse essenziali e la distruzione delle infrastrutture civili aggravano ulteriormente il 'reprocidio'. La carenza di acqua pulita, prodotti sanitari e strutture igieniche espone donne e ragazze a infezioni e malattie, compromettendo la loro salute riproduttiva e la loro dignità. La necessità di utilizzare metodi di fortuna per l'igiene mestruale, come pezzi di stoffa, sottolinea l'estrema vulnerabilità di queste popolazioni. Gli attacchi alle infrastrutture sanitarie, inclusi i reparti di maternità e i pronto soccorso, limitano l'accesso alle cure di base, rendendo quasi impossibile garantire un parto sicuro e la salute delle madri e dei neonati. Questa strategia, definita da Stephen Graham come un modo per 'spegnere le città', mira a rendere Gaza inabitabile e a distruggere la sua società dall'interno, attraverso la negazione del diritto alla riproduzione e alla vita.
La situazione in atto a Gaza non è semplicemente un conflitto militare, ma una deliberata strategia di annientamento del futuro di un popolo attraverso la soppressione della sua capacità di riproduzione, un fenomeno che va ben oltre la violenza fisica, mirando a distruggere le radici stesse dell'esistenza di una comunità.