Il quinto appuntamento del podcast \"In Bocca al Lupo\", una produzione GreenMe, porta in primo piano un tema di stringente attualità: l'importanza cruciale di un intervento immediato per le donne che cercano di sfuggire alla violenza. Questa puntata, intitolata \"Chi protegge chi?\", mette in luce la necessità di risposte rapide e concrete, come sottolineato dalla criminologa Gabriella Salvatore dell'Associazione Salvamamme, la quale afferma con forza che l'aiuto deve essere fornito \"in quel momento\", senza esitazioni. Insieme a Laura De Dilectis di DonneXStrada e VIOLA walkhome, si discute del ruolo fondamentale delle associazioni nel superare le barriere burocratiche e garantire la sicurezza, evidenziando come la violenza di genere non conosca confini economici o sociali, ma possa manifestarsi in ogni contesto familiare.
Il podcast esplora come il coraggio di chiedere aiuto da parte di una donna sia un momento delicato e pericoloso. È in tale frangente che la rapidità dell'intervento diventa vitale, poiché la violenza può intensificarsi proprio quando l'aggressore percepisce di perdere il controllo. La confusione e la manipolazione psicologica subite dalle vittime rendono la risposta professionale e immediata un faro guida per non retrocedere. A tal fine, diverse organizzazioni offrono supporto vitale: l'Associazione Salvamamme, con il progetto \"Valigia di Salvataggio\", fornisce beni essenziali per le prime 72 ore di fuga e agisce come ponte tra la consapevolezza della vittima e i centri antiviolenza, offrendo supporto burocratico e psicologico. Parallelamente, l'Associazione Donne per strada / Viola, attraverso i \"Punti Viola\" e l'applicazione \"Viola\", crea una rete di accoglienza e deterrenza, coinvolgendo attività commerciali e volontari per un supporto immediato e una raccolta prove digitali, sebbene per i casi più gravi il riferimento resti sempre il numero di emergenza 112.
La collaborazione tra istituzioni e associazioni è fondamentale per una protezione efficace. Sebbene il numero nazionale 1522 sia un pilastro per le vittime, entità come Salvamamme e Donne per strada intervengono per colmare le lacune, garantendo che nessuna richiesta d'aiuto resti inascoltata. Il messaggio è chiaro: per salvare una donna, è necessaria la mobilitazione di un'intera comunità, un impegno collettivo che agisca prontamente contro la minaccia dei femminicidi, costruendo una società più sicura e solidale per tutti.
Un innovativo tatuaggio semi-permanente è stato concepito per identificare la presenza di sostanze illecite, in particolare l'acido gamma-idrossibutirrico (GHB), comunemente noto come \"droga dello stupro\", all'interno delle bevande.
Sviluppato da un team di scienziati presso l'Università di Sungkyunkwan e l'Istituto Coreano di Ricerca in Bioscienze e Biotecnologie, questo adesivo è progettato per un rilevamento quasi istantaneo del GHB. Questa scoperta rappresenta un potenziale strumento salvavita, specialmente per i giovani, offrendo una difesa contro le aggressioni.
Il GHB è una sostanza inodore, incolore e insapore, il che la rende particolarmente pericolosa in quanto può essere aggiunta a una bevanda senza che la vittima se ne accorga. Anche una piccola quantità può indurre sonnolenza, disorientamento, perdita di controllo o amnesia. La vittima spesso non ha memoria dell'accaduto, rendendo difficile l'identificazione e la persecuzione dei responsabili. Questa realtà sottolinea la necessità urgente di strumenti di rilevamento accessibili e veloci per prevenire tali crimini.
Questo adesivo è composto da una speciale miscela di gel che incorpora un recettore chimico. Non appena entra in contatto con l'idrossibutirrato, il tatuaggio cambia colore dal giallo al rosso. È in grado di reagire rapidamente anche a basse concentrazioni di GHB e altre benzodiazepine, come il Roipnol.
Per effettuare il test, è sufficiente toccare la bevanda o immergere un dito nel liquido. Gli studi hanno dimostrato l'efficacia del tatuaggio su diverse bevande, inclusi whisky, vodka, birra, caffè e soju. Una volta rilevata la presenza di GHB, il tatuaggio può essere rimosso e conservato per un massimo di trenta giorni come prova della contaminazione.
In un gesto artistico di profondo significato, l'artista e attivista canadese Benjamin Von Wong ha inaugurato a Ginevra un'installazione che ha immediatamente catturato l'attenzione internazionale, proprio mentre prendono il via i cruciali negoziati per il primo trattato globale volto a eradicare l'inquinamento da plastica. Quest'opera, intitolata \"The Thinker’s Burden\" (\"Il fardello del pensatore\"), si ispira alla celebre scultura di Rodin, posizionando una sua riproduzione in mezzo a una montagna di detriti plastici, tra cui bottiglie, imballaggi e reti da pesca. L'obiettivo è chiaramente quello di porre in evidenza la crescente crisi ambientale causata dalla plastica e di sollecitare i delegati dei 193 Paesi riuniti all'ONU a prendere decisioni urgenti e vincolanti per il futuro del nostro pianeta e delle prossime generazioni.
L'installazione di Von Wong non è statica; piuttosto, è progettata per evolversi nel corso dei dieci giorni di negoziati, con l'aggiunta progressiva di altra plastica. Questo dinamismo simboleggia l'escalation del problema dell'inquinamento se non verranno intraprese azioni concrete e immediate. La scultura mostra il \"Pensatore\" con in mano oggetti di plastica e un bambino che appare in stato di sofferenza, un'immagine potente che sottolinea il peso che stiamo lasciando in eredità alle generazioni future. Dopo il precedente fallimento dei colloqui a Busan, in Corea del Sud, questo nuovo round di negoziazioni a Ginevra rappresenta l'ultima e forse decisiva opportunità per tradurre la consapevolezza in interventi effettivi e creare un futuro sostenibile per tutti.
Questo momento è cruciale per l'umanità, poiché il destino dell'ambiente e la salute delle future generazioni dipendono dalle decisioni che verranno prese in questi giorni. È un'occasione per dimostrare che, di fronte a sfide globali, la collaborazione e la volontà politica possono prevalere sull'inerzia e sugli interessi individuali. L'arte, in questo contesto, funge da catalizzatore, trasformando un problema complesso in un'immagine palpabile che risuona profondamente, incoraggiando tutti, dai diplomatici al cittadino comune, a riflettere sul proprio ruolo nella salvaguardia del mondo. Non è più tempo di attendere; è tempo di agire con determinazione e costruire un futuro in cui l'ingegno umano sia al servizio della vita, non della sua distruzione, ispirando una coscienza collettiva verso la sostenibilità e la responsabilità ambientale.