Animali
La Controversa Decisione del TAR di Bolzano: Via Libera all'Abbattimento di Due Lupi in Trentino-Alto Adige
2025-08-10

La recente pronuncia del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) di Bolzano ha sollevato un'ondata di polemiche, confermando l'autorizzazione all'abbattimento di due esemplari di lupo. Questa decisione ha vanificato gli sforzi iniziali delle associazioni per la protezione degli animali, che avevano ottenuto una sospensione temporanea del provvedimento. La motivazione alla base di tale risoluzione risiede nella protezione dei pascoli e del bestiame, a seguito di numerosi episodi di predazione in una specifica area montana.

Dettagli della Controversia Giudiziaria sui Lupi in Trentino-Alto Adige

Il 9 agosto 2025, il Tribunale Amministrativo Regionale di Bolzano ha emesso una decisione cruciale che ha riacceso il dibattito sulla gestione della fauna selvatica nel Trentino-Alto Adige. La sentenza ha respinto la richiesta di sospensiva presentata da tre influenti organizzazioni ambientaliste, dando il via libera all'eliminazione di due lupi. Questi esemplari erano stati identificati come responsabili di attacchi a pecore incustodite in una malga situata nella pittoresca Alta Val Venosta.

La vicenda ha avuto inizio il 30 luglio 2025, quando il Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, aveva rilasciato l'autorizzazione per il prelievo dei due lupi. La decisione provinciale era motivata dalla necessità di salvaguardare i pascoli, evidenziando che tra maggio e luglio 2025 si erano verificati ben 31 attacchi accertati a bestiame in pascolo, attribuiti ai lupi, nella sola Alta Val Venosta. A ciò si aggiungevano i 42 attacchi registrati nella stessa area durante la precedente stagione alpina, nonostante i proprietari avessero implementato diverse misure di protezione per il loro bestiame, le quali si erano rivelate insufficienti a prevenire i danni.

Le associazioni ambientaliste, tra cui la Lega Anti Vivisezione (LAV), avevano prontamente agito, ottenendo inizialmente una sospensiva del provvedimento fino al 9 settembre, data fissata per un'ulteriore udienza. Tuttavia, con un'inattesa inversione di marcia, il presidente del TAR ha revocato tale sospensiva, legittimando così l'intervento immediato. Nonostante questa accelerazione, la data dell'udienza del 9 settembre rimane confermata, lasciando un barlume di speranza per un riesame della situazione.

La Provincia di Bolzano ha reso noto che sia l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che l'Osservatorio faunistico provinciale avevano già confermato la sussistenza delle condizioni per il prelievo. L'autorizzazione, valida per 60 giorni, è stata affidata per l'esecuzione al Corpo forestale provinciale. Il TAR ha giustificato la sua decisione sostenendo che l'eliminazione di due lupi non comprometterebbe lo stato di conservazione complessivo della popolazione lupina in Alto Adige, una valutazione che continua a generare profonda preoccupazione e dissenso tra gli ambientalisti.

Da una prospettiva sia giornalistica che di osservatore attento, questa vicenda solleva interrogativi fondamentali sulla gestione della convivenza tra l'uomo e la fauna selvatica. La decisione del TAR, pur rispondendo a esigenze immediate di protezione zootecnica, sembra tralasciare le implicazioni a lungo termine per la conservazione di specie protette e la biodiversità. È essenziale che si trovi un equilibrio tra le necessità economiche degli allevatori e la tutela degli ecosistemi naturali, promuovendo soluzioni che vadano oltre la mera eliminazione degli animali. La continua 'condanna a morte' per i lupi in queste regioni evidenzia una carenza di strategie innovative e sostenibili per una vera coesistenza, ponendo l'accento sulla necessità di un dialogo più costruttivo tra le istituzioni, gli allevatori e le associazioni ambientaliste per sviluppare approcci integrati e lungimiranti.

Asti adotta misure drastiche per il controllo dei piccioni, scatenando il dibattito
2025-08-10

La provincia di Asti ha introdotto nuove disposizioni per la gestione della popolazione dei piccioni, che includono la possibilità di abbattimento tramite arma da fuoco in determinate aree. Questa iniziativa, che richiede il possesso di un porto d'armi e la frequenza di un corso specifico, ha generato una forte reazione da parte delle associazioni per la tutela degli animali, le quali mettono in discussione la crudeltà del metodo e l'esistenza di alternative più umane ed efficaci.

La controversa ordinanza è stata emessa a seguito di un'indagine demografica che ha evidenziato una notevole concentrazione di piccioni, stimata in circa 14.000 esemplari per chilometro quadrato nel capoluogo. Secondo quanto riportato dal quotidiano locale 'La Nuova Provincia', l'amministrazione provinciale ha ritenuto opportuno intervenire per mitigare gli impatti urbani. Il consigliere delegato Davide Migliasso ha spiegato che, nei centri abitati, saranno installate gabbie per la cattura degli uccelli in punti strategici, mentre nelle zone esterne sarà permesso l'abbattimento. Quest'ultima pratica sarà consentita non solo alle guardie venatorie e agli agenti di vigilanza faunistica, ma anche ai privati cittadini muniti di porto d'armi e di un'apposita abilitazione per il controllo della fauna selvatica.

La decisione di Asti di ricorrere a misure così severe per il contenimento dei piccioni è motivata principalmente dai danni strutturali che gli escrementi dei volatili possono causare a edifici pubblici e privati, oltre ai rischi igienico-sanitari legati alla diffusione di parassiti e batteri. Il ritrovamento frequente di carcasse di piccioni in aree pubbliche ha ulteriormente rafforzato questa preoccupazione. Nonostante ciò, viene anche sottolineata l'importanza di non alimentare i piccioni, pratica che contribuisce alla loro proliferazione incontrollata.

Le proteste non si sono fatte attendere. L'associazione Sostenibilità Equità Solidarietà (SEquS) ha espresso una ferma opposizione all'ordinanza firmata dal Presidente della Provincia e Sindaco di Asti, Maurizio Rasero. SEquS contesta la scelta di metodi ritenuti \"cruenti\" e \"privi di basi scientifiche\", in contrasto con un approccio etico e ambientalmente responsabile alla gestione faunistica. L'associazione suggerisce che esistano soluzioni meno invasive e più sostenibili, come l'impiego di mangimi sterilizzanti, un metodo già adottato con successo in città come Bruxelles per controllare la popolazione di piccioni senza ricorrere a pratiche letali. La facilità e la rapidità dell'abbattimento sembrano aver prevalso su considerazioni etiche e alternative più rispettose della vita animale.

In sintesi, la provincia di Asti ha optato per un metodo di controllo della popolazione di piccioni che include la possibilità di abbattimento, giustificato da ragioni di igiene e danni strutturali, ma che solleva un acceso dibattito sulle implicazioni etiche e l'efficacia di tali misure rispetto a soluzioni alternative e meno cruente.

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Incontro Ravvicinato con le Meduse: Guida Completa per Gestire le Punture e Prevenirle
2025-08-10

Le meduse sono organismi marini affascinanti, appartenenti al phylum Cnidaria, che comprende anche specie come anemoni e coralli. Sebbene non siano aggressive per natura, possiedono meccanismi di difesa che, al contatto involontario con i bagnanti, possono causare spiacevoli reazioni. La puntura di medusa, in realtà, non è una vera e propria puntura, ma il risultato del contatto con i tentacoli dell'animale, i quali contengono cnidociti. Queste cellule ospitano nematocisti, piccole capsule con sostanze irritanti e strutture a spirale appuntite. Al momento del contatto, le nematocisti si attaccano alla pelle e rilasciano le tossine urticanti, provocando i ben noti sintomi.

Per affrontare al meglio un incontro ravvicinato con queste creature, è fondamentale conoscere le specie più comuni nel Mediterraneo e sapere come agire. Tra le meduse più diffuse e problematiche troviamo la Pelagia noctiluca, facilmente riconoscibile per il suo colore violaceo e la capacità di bioluminescenza notturna, responsabile della maggior parte delle punture. Un'altra specie pericolosa è la Carybdea marsupialis, una cubomedusa con un ombrello trasparente cubico e quattro tentacoli distintivi. Infine, la Physalia physalis, o caravella portoghese, pur non essendo una medusa ma una colonia di sifonofori, è occasionalmente presente nei nostri mari e i suoi tentacoli possono essere letali. Dopo un contatto, la rapidità e la correttezza delle azioni sono cruciali: mantenere la calma, uscire dall'acqua e sciacquare abbondantemente la zona colpita solo con acqua di mare. Successivamente, rimuovere delicatamente i residui dei tentacoli con una tessera rigida o pinzette, evitando il contatto diretto con le mani. L'applicazione di un gel astringente a base di cloruro di alluminio al 5% può alleviare il dolore e bloccare la diffusione delle tossine. Per la Carybdea marsupialis e la Chrysaora hysoscella, l'aceto applicato per 30 secondi ha mostrato efficacia scientifica, mentre impacchi freddi (non ghiaccio diretto) possono ridurre gonfiore e dolore.

È essenziale evitare rimedi popolari e pratiche dannose: non strofinare la zona colpita, non usare acqua dolce, urina, ammoniaca, alcol o sabbia calda, poiché potrebbero peggiorare la situazione. La vigilanza post-contatto è altrettanto importante: in caso di difficoltà respiratorie, gonfiore del viso o della lingua, orticaria diffusa, svenimento, confusione, dolore al petto o aritmie, è fondamentale chiamare immediatamente il 118, poiché questi sintomi potrebbero indicare uno shock anafilattico. La prevenzione rimane la strategia più efficace: informarsi sulla presenza di sciami, osservare l'acqua prima di entrare e evitare il bagno dopo le mareggiate. In caso di avvistamento, allontanarsi con movimenti lenti e calmi. L'uso di una muta protettiva può offrire una barriera meccanica efficace nelle aree a rischio.

Affrontare la natura con consapevolezza e rispetto è fondamentale per la nostra sicurezza e per la conservazione dell'ambiente. Conoscere le specie marine e le appropriate misure di primo soccorso ci permette di godere delle meraviglie del mare con maggiore serenità e responsabilità. L'adozione di comportamenti preventivi e la pronta risposta in caso di emergenza riflettono un approccio positivo e proattivo verso la salvaguardia della nostra salute e del delicato ecosistema marino, insegnandoci l'importanza di essere preparati e informati.

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