Ambiente

Autostrade Alto Adriatico punta sull'energia solare: un corridoio verde lungo l'A4

Autostrade Alto Adriatico si sta muovendo con decisione verso la creazione di un imponente impianto fotovoltaico che si estenderà per 79 ettari, principalmente lungo il percorso dell'autostrada A4, che collega Venezia a Trieste. Questa iniziativa promette una molteplicità di vantaggi, tra cui risparmi per imprese, enti locali e famiglie che si uniranno in comunità energetiche, una notevole diminuzione delle emissioni di anidride carbonica e un'ottimizzazione dei costi di gestione per la concessionaria, in particolare quelli relativi al consumo energetico. L'inizio della fase esecutiva di questo progetto, che mira a posizionare Autostrade Alto Adriatico come uno dei primi \"Green Corridor\" a livello continentale, è programmato per il primo trimestre del 2026. Si prevede che la costruzione possa iniziare all'inizio del 2027, una volta ottenuta l'approvazione ministeriale.

Zorro Grattoni, membro del consiglio di amministrazione di Autostrade Alto Adriatico e responsabile del progetto, ha sottolineato che tali iniziative non solo porteranno notevoli benefici ambientali, ma garantiranno anche una maggiore liquidità alla concessionaria grazie ai risparmi ottenuti. Questo permetterà di investire ulteriori risorse nel miglioramento delle infrastrutture, nella manutenzione e nella sicurezza autostradale. Allo stesso tempo, mettendo a disposizione delle comunità energetiche aree verdi non utilizzabili per altri scopi, il progetto contribuirà a limitare l'uso di terreni agricoli nelle regioni interessate. Uno studio di fattibilità, avviato alla fine del 2024, ha identificato 79 ettari immediatamente disponibili (situati in svincoli, aree dismesse, rilevati e pensiline), con la possibilità di espandersi fino a 108 ettari una volta completati i lavori per la terza corsia dell'A4. L'85% di queste superfici, pari a 67,4 ettari, potrà essere impiegato per attività a beneficio di cittadini, aziende ed enti territoriali.

La disponibilità di queste aree autostradali per le comunità energetiche si tradurrà in benefici significativi per il territorio (enti locali, aziende, famiglie) stimati in almeno 1,3 milioni di euro all'anno, promuovendo una decarbonizzazione diffusa e su larga scala. Inoltre, la stessa concessionaria registrerà un ritorno economico compreso tra 0,5 e 1,4 milioni di euro all'anno. Con l'utilizzo di appena il 15% di queste aree (circa 11,6 ettari), Autostrade Alto Adriatico sarà in grado di coprire il fabbisogno energetico dell'intera autostrada, riducendo del 68% (circa 1,564 milioni di euro) i costi energetici annuali attuali, che ammontano a 2,316 milioni di euro. Questo risparmio nell'approvvigionamento da fonti fossili porterà a un impatto ambientale positivo, con una diminuzione di 2.500 tonnellate annue di anidride carbonica. Gli investimenti per la realizzazione degli impianti destinati all'autoconsumo della rete autostradale sono inclusi nell'aggiornamento del Piano Economico Finanziario e ammontano a circa 7,7 milioni di euro. Considerando il beneficio annuo diretto stimato in 1,564 milioni di euro e un risparmio annuale di 3 mila euro per ettaro per la falciatura dei prati, Autostrade Alto Adriatico prevede di recuperare l'investimento in meno di cinque anni.

Questo progetto pionieristico di Autostrade Alto Adriatico dimostra come l'innovazione e l'impegno per la sostenibilità possano convergere per creare un futuro più verde ed economicamente vantaggioso. L'adozione di energie rinnovabili non solo contribuisce alla tutela dell'ambiente, ma genera anche un circolo virtuoso di risparmi e investimenti, promuovendo il benessere delle comunità e rafforzando l'efficienza delle infrastrutture. È un esempio concreto di come sia possibile integrare le esigenze di sviluppo con la responsabilità ecologica, tracciando la via per una mobilità più consapevole e rispettosa del nostro pianeta.

Neve Prematura e Lupi a Campo Imperatore: Uno Spettacolo Invernale Inatteso in Abruzzo

Il 3 ottobre 2025, la distesa di Campo Imperatore, situata in Abruzzo, è stata testimone di un'anticipata trasformazione invernale. Tra i fiocchi di neve caduti, è stato documentato l'avvistamento di un maestoso lupo appenninico. Questo evento sottolinea la singolare interazione tra le condizioni climatiche mutevoli e la fauna selvatica locale, evidenziando il ruolo di Campo Imperatore come santuario per la biodiversità all'interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. L'episodio mette in risalto sia la precoce imbiancatura del paesaggio che la costante presenza di specie emblematiche come il lupo, simbolo di resilienza e adattamento.

Le prime manifestazioni di freddo tipiche di ottobre spesso annunciano le prime nevicate sulle cime dell'Appennino centrale. Campo Imperatore, un altopiano che si estende tra i 1800 e i 2100 metri sul livello del mare, è particolarmente vulnerabile a questi fenomeni. Bastano correnti fredde provenienti dai Balcani o dal Nord Europa per trasformare questa vasta area in una coltre bianca già all'inizio dell'autunno, creando un paesaggio di rara bellezza e selvaticità.

La piana di Campo Imperatore è un habitat storico per il lupo appenninico, una specie emblematica della regione abruzzese. Gli avvistamenti di questi predatori sono relativamente comuni grazie alla natura aperta dell'altopiano. Durante questo periodo, i lupi si spostano tra diversi ambienti e la neve fresca rende la loro presenza ancora più evidente a escursionisti e fotografi, offrendo opportunità uniche per osservare questi animali nel loro ambiente naturale.

La nevicata inaspettata è stata catalizzata dall'arrivo di una massa d'aria fredda proveniente dai Balcani. Questa corrente ha interagito con l'orografia del Gran Sasso, causando un rapido calo delle temperature e l'insorgere di precipitazioni nevose, anche in un periodo così anticipato come l'inizio di ottobre. Il contrasto tra l'aria fredda e le temperature ancora relativamente miti dei mari circostanti ha favorito questo fenomeno meteorologico, trasformando il paesaggio in uno spettacolo invernale prematuro.

L'immagine di un lupo appenninico che si aggira sulla neve non è solo un quadro suggestivo; essa simboleggia la straordinaria capacità di recupero di questa specie, che un tempo era a rischio di estinzione. Rappresenta anche la vivacità e la ricchezza dell'ecosistema appenninico. Campo Imperatore si conferma così un luogo di eccezionale valore, dove il clima, la morfologia del paesaggio e la biodiversità si fondono armoniosamente, creando uno spettacolo naturale di inestimabile bellezza e importanza ecologica.

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Dazi sulla pasta italiana: Coldiretti lancia l'allarme per l'export negli USA

L'introduzione di un dazio significativo sulla pasta italiana negli Stati Uniti rappresenterebbe una minaccia senza precedenti per il settore agroalimentare italiano, in particolare per l'export di uno dei prodotti simbolo del Made in Italy. Le preoccupazioni riguardano l'impatto economico sui consumatori americani e la potenziale diffusione di prodotti 'Italian sounding', a discapito delle autentiche eccellenze italiane.

L'allarme di Coldiretti: un dazio che annienta il Made in Italy

Un colpo fatale per l'eccellenza italiana: il dazio del 107% sulla pasta

L'associazione Coldiretti ha lanciato un forte allarme riguardo alla possibilità che gli Stati Uniti impongano un dazio del 107% sulla pasta di origine italiana. Questa eventualità, secondo l'organizzazione agricola, provocherebbe un danno irreparabile per il \"Made in Italy\", compromettendo in modo drastico l'esportazione di questo prodotto iconico.

L'impatto economico devastante: costo raddoppiato e proliferazione di imitazioni

Un simile dazio avrebbe conseguenze dirette sul costo per i consumatori americani, che vedrebbero raddoppiare il prezzo di un piatto di pasta. Ciò, oltre a colpire le famiglie, aprirebbe la strada alla diffusione indiscriminata di prodotti \"Italian sounding\", ovvero imitazioni che sfruttano il prestigio del marchio italiano senza averne l'autenticità. Questa situazione penalizzerebbe gravemente le aziende produttrici italiane.

Un mercato strategico a rischio: l'export da 671 milioni di euro minacciato

Il mercato statunitense rappresenta un pilastro fondamentale per l'esportazione di pasta italiana, con un valore che nel 2024 ha raggiunto i 671 milioni di euro. L'introduzione di un dazio così elevato equivarrebbe a un azzeramento di questo settore strategico, vanificando anni di crescita e investimenti da parte della filiera produttiva italiana. Coldiretti sottolinea come sia indispensabile scongiurare un tale scenario.

L'appello al Governo per la difesa della filiera: un'azione sinergica per il giusto valore

Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, ha enfatizzato l'importanza dell'intervento governativo, con il coinvolgimento dei Ministri Lollobrigida e Tajani, e dell'Ice (Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane). L'obiettivo è difendere e valorizzare l'intera filiera della pasta, sia negli USA che in Italia, per preservare un'eccellenza che è un simbolo del patrimonio nazionale. Si chiede, inoltre, di garantire un prezzo equo per il grano italiano, fondamentale per assicurare un giusto valore al prodotto finale.

Accuse di dumping inaccettabili: una mossa strumentale alla politica di Trump

Prandini ha respinto con fermezza le accuse di dumping mosse dagli Stati Uniti, definendole \"inaccettabili e strumentali\". Secondo Coldiretti, queste accuse sarebbero parte di un piano politico dell'ex presidente Trump, volto a favorire lo spostamento delle produzioni negli Stati Uniti. La denuncia evidenzia come la questione vada oltre la mera disputa commerciale, toccando aspetti legati alla tutela dell'identità e della qualità dei prodotti italiani nel mondo.

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