CONAI ha organizzato un importante incontro online per il 30 settembre 2025, dedicato al nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. L'evento, trasmesso in streaming, offrirà alle aziende una guida pratica e approfondimenti sulle implicazioni normative, con l'obiettivo di facilitare l'adeguamento alle nuove disposizioni e promuovere pratiche sostenibili nel settore.
Questo webinar rappresenta un'occasione cruciale per comprendere le future direttive che influenzeranno la produzione e la gestione degli imballaggi, delineando il percorso verso un'economia più circolare. La discussione sarà incentrata non solo sul testo normativo, ma anche sulle sue applicazioni pratiche e sugli scenari evolutivi a livello europeo, fornendo un quadro completo per gli operatori del settore.
Il prossimo 30 settembre 2025, CONAI terrà un webinar essenziale, dalle 11:00 alle 12:00, per analizzare il Regolamento (UE) 2025/40, inerente gli imballaggi e i loro scarti. L'iniziativa mira a sostenere le imprese nel loro percorso di adeguamento alle nuove normative, offrendo un vademecum dettagliato che guiderà le aziende attraverso le complessità legislative. Questo strumento pratico si concentrerà in particolare sulle misure preventive e sui principi di design ecocompatibile per gli imballaggi, evidenziando le aree chiave dove è richiesto un intervento immediato per rispettare le future disposizioni. L'evento sarà un'opportunità significativa per le realtà produttive di acquisire una comprensione approfondita delle modifiche imminenti e di pianificare le proprie strategie in conformità con i requisiti ambientali più stringenti.
Durante il webinar, si esploreranno in dettaglio i punti salienti del nuovo quadro normativo, offrendo una panoramica completa degli sviluppi attuali e futuri a livello europeo. Verrà data particolare attenzione alla legislazione secondaria e ai processi di standardizzazione tecnica, che sono fondamentali per l'implementazione pratica del regolamento. La partecipazione all'evento è completamente gratuita e avverrà in modalità streaming, rendendolo accessibile a un vasto pubblico di interessati e professionisti del settore. Per assicurare la propria presenza, è necessaria la registrazione anticipata tramite la piattaforma Eventbrite. Questo incontro si propone come un faro per le aziende che desiderano navigare con successo nel panorama in evoluzione della sostenibilità degli imballaggi, fornendo strumenti e conoscenze indispensabili per un futuro più verde.
Al centro del webinar promosso da CONAI vi sarà la presentazione del vademecum, un documento indispensabile ideato per supportare le aziende nell'allineamento alle normative europee sugli imballaggi. Questo manuale offre una disamina puntuale delle prescrizioni del Regolamento (UE) 2025/40, con un'enfasi specifica sulle strategie di prevenzione e sui criteri di progettazione eco-compatibili degli imballaggi. Attraverso un'analisi mirata, il vademecum identificherà le aree di intervento prioritarie, consentendo alle imprese di focalizzare gli sforzi di adeguamento normativo in modo efficiente e strategico. È uno strumento pensato per trasformare la complessità normativa in un percorso chiaro e gestibile, facilitando la transizione verso pratiche più sostenibili e responsabili.
Il webinar approfondirà il contenuto di questo vademecum, offrendo ai partecipanti una chiara visione delle implicazioni del nuovo regolamento e delle migliori pratiche per la sua attuazione. Saranno trattati gli sviluppi normativi più recenti e le discussioni in corso nelle istituzioni europee, inclusi gli aspetti della legislazione secondaria e i processi di standardizzazione tecnica che influenzeranno il settore. L'iniziativa di CONAI si presenta come un'opportunità unica per le imprese di accedere a informazioni cruciali e di interagire con esperti del settore, preparandosi proattivamente alle sfide e alle opportunità che il nuovo panorama normativo presenterà. La sessione, fruibile online, è un passaggio fondamentale per ogni azienda impegnata nella gestione degli imballaggi, che desidera operare in piena conformità e con una visione orientata al futuro.
La vicenda legata alla realizzazione dell'inceneritore a Santa Palomba, nell'area metropolitana di Roma, prosegue il suo percorso tra passi formali e contestazioni. Dopo la consegna dell'area al concessionario, il dibattito si concentra ora sulle procedure autorizzative e sulle richieste di maggiore trasparenza da parte delle associazioni locali, che evidenziano la necessità di un'analisi più approfondita delle alternative progettuali e di ubicazione, come previsto dalle normative vigenti.
In una data recente, Roma Capitale ha ufficialmente trasferito la gestione delle zone industriali di Santa Palomba alla società RenewRome Srl, concessionario incaricato della costruzione di un termovalorizzatore. Questa mossa strategica, concretizzatasi dal 2 settembre, segna l'inizio delle operazioni propedeutiche all'allestimento del cantiere e alla preparazione del sito. Tra queste, sono previste indagini archeologiche approfondite, ispezioni per l'eventuale rilevamento di ordigni bellici e la rimozione di strutture abusive preesistenti, il tutto in linea con il cronoprogramma stabilito.
Contemporaneamente a queste attività sul campo, il procedimento per l'ottenimento del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) continua a svolgersi. Questo iter autorizzativo è cruciale per garantire la piena legittimità e il proseguimento dei lavori per la realizzazione dell'impianto.
Tuttavia, la trasparenza di questo processo è stata messa in discussione da Rete Tutela Roma Sud. Il portavoce dell'organizzazione, Marco Alteri, ha espresso preoccupazione riguardo alla natura formale della consegna dell'area, sottolineando come essa rafforzi il legame contrattuale tra committente e concessionario. Alteri ha inoltre evidenziato che, nonostante le richieste di documentazione integrativa e di deroga avanzate da numerosi Comuni circostanti l'area del futuro impianto, non è stata ancora fornita alcuna risposta da parte della Struttura commissariale. Un aspetto particolarmente critico sollevato è la presunta mancanza di descrizione delle “ragionevoli alternative” alla soluzione adottata, un requisito imprescindibile secondo le direttive europee. Le disposizioni operative VIA della Regione Lazio (DGR 884/2022) rafforzano ulteriormente il legame tra la selezione della localizzazione e la qualità della valutazione istruttoria. La Rete ha ribadito che la giustificazione basata sull'ordinanza commissariale n. 8/2022, che ha fissato il sito di Santa Palomba, non può esimere dall'esame di opzioni alternative. La giurisprudenza e le prassi unionali sono inequivocabili nel ritenere che atti interni non possano bypassare l'analisi delle alternative nel processo VIA, pena la potenziale invalidazione dell'atto conclusivo.
A fronte di queste criticità, Rete Tutela Roma Sud ha chiesto la presentazione di uno studio integrativo che delinei un ventaglio di siti alternativi, come aree industriali o brownfield compatibili con i piani regolatori e i criteri urbanistici, definendo un perimetro di ricerca motivato da vincoli, accessibilità, infrastrutture energetiche/idriche e prossimità a recettori sensibili. È stato altresì richiesto un confronto multicriterio tra le alternative proposte, valutando l'impatto su parametri ambientali quali aria, suolo, acqua, rumore, traffico, paesaggio, salute, consumo di suolo e emissioni di CO₂, con indicatori chiari e pesi trasparenti, in conformità alle linee guida SNPA 28/2020. Dal punto di vista procedurale, è stata sollecitata la sospensione dei termini del procedimento RM/2025/6475 fino alla presentazione di questo studio integrativo, al fine di garantire che l'opzione ambientalmente più vantaggiosa venga integrata nel VIA/PAUR, accompagnata da condizioni coerenti e una motivazione adeguata. L'associazione si riserva il diritto di valutare l'improcedibilità del dossier in caso di mancato adempimento, citando la carenza dei contenuti minimi previsti dall'Allegato VII del Testo Unico Ambientale. Questa insistente richiesta evidenzia l'importanza cruciale di una valutazione ambientale rigorosa e trasparente, in piena aderenza con la normativa vigente, per assicurare la sostenibilità e la legittimità delle iniziative sul territorio.
La vicenda dell'inceneritore di Santa Palomba solleva importanti interrogativi sulla gestione dei rifiuti e sulla trasparenza delle decisioni amministrative. Come osservatori, è fondamentale che i processi di valutazione ambientale siano condotti con la massima integrità, garantendo che tutte le alternative vengano esaminate scrupolosamente e che le preoccupazioni della cittadinanza siano ascoltate e affrontate. Solo così si potrà costruire un futuro sostenibile, dove lo sviluppo non comprometta la salute e l'ambiente. È un chiaro promemoria che la partecipazione pubblica e un'analisi rigorosa sono i pilastri di una governance responsabile.
Un recente studio pubblicato su Nature Communications ha rivelato la profonda influenza della deforestazione sulle condizioni climatiche dell'Amazzonia, evidenziando come le attività di disboscamento siano il motore principale della riduzione delle piogge nella stagione secca. Questo fenomeno sta spingendo il polmone verde del pianeta verso una trasformazione preoccupante, con impatti non solo regionali ma anche globali. La ricerca sottolinea l'urgenza di misure conservative per salvaguardare questo ecosistema vitale.
Tra il 1985 e il 2020, un team di scienziati guidato da Marco A. Franco dell'Università di San Paolo ha condotto un'approfondita indagine sulle dinamiche climatiche della vasta Amazzonia legale brasiliana, coprendo circa 2,6 milioni di chilometri quadrati. Attraverso l'analisi di dati satellitari e modelli climatici avanzati, sono state esaminate variabili cruciali come le temperature massime, le precipitazioni stagionali e le concentrazioni di gas serra. I risultati indicano chiaramente che la deforestazione è responsabile di una parte significativa della riduzione delle piogge. Nello specifico, la stagione secca ha registrato un calo medio di 21 millimetri di pioggia, di cui quasi tre quarti (74,5%) sono attribuibili direttamente alla perdita di foreste. Anche se il riscaldamento globale gioca un ruolo, contribuendo per il restante 25,5%, l'impatto locale del disboscamento è predominante. Le temperature massime superficiali, nel frattempo, sono aumentate di circa 2 gradi Celsius, con la deforestazione che contribuisce per il 16,5% a questo incremento, mentre il resto è legato a fattori climatici globali. È stato inoltre evidenziato che l'aumento dei gas serra, come anidride carbonica e metano, è quasi totalmente (oltre il 99%) collegato alle emissioni globali piuttosto che a processi locali. Un aspetto allarmante è la non linearità degli impatti: anche riduzioni minime della copertura forestale (tra il 10% e il 40%) possono scatenare effetti climatici devastanti. Le proiezioni future, basate sui tassi di deforestazione tra il 2016 e il 2020, prevedono un ulteriore aumento della temperatura di 0,62 gradi Celsius e una diminuzione delle piogge di 7,3 millimetri per stagione secca entro il 2035. Questo scenario potrebbe portare alla conversione di ampie aree amazzoniche in ecosistemi simili a savane o, nel peggiore dei casi, a regioni semi-aride, compromettendo irrimediabilmente la capacità della foresta di autoregolarsi e influenzando negativamente i sistemi climatici globali.
Questo studio rafforza la comprensione del ruolo critico dell'Amazzonia per la stabilità climatica mondiale. La preservazione di questo prezioso ecosistema non è più solo una questione ambientale regionale, ma una necessità impellente per il benessere del nostro pianeta. Ogni albero abbattuto porta con sé una parte della capacità terrestre di mantenere un equilibrio climatico, e le conseguenze si riverberano ben oltre i confini della foresta. È un monito chiaro: le nostre azioni locali hanno ripercussioni globali, e la salvaguardia delle foreste pluviali è una strategia non negoziabile per un futuro sostenibile.