Il Declino Allarmante della Fauna Dolce Italiana e la Minaccia delle Specie Aliene

Un'analisi recente del WWF, contenuta nel Living Planet Report 2024, ha messo in luce una diminuzione catastrofica della popolazione di vertebrati d'acqua dolce a livello mondiale. Dal 1970 al 2020, si è registrato un impressionante calo medio dell'85%, il più significativo tra tutti gli ecosistemi monitorati. Questo dato allarmante evidenzia la profonda sofferenza di fiumi, laghi e zone umide del nostro pianeta. In questo quadro globale preoccupante, l'Italia si distingue negativamente, non solo per gli impatti dei cambiamenti climatici e l'eccessivo sfruttamento delle risorse idriche, ma anche per l'aggravarsi del problema causato dalla proliferazione di specie non native.
La situazione in Italia è particolarmente critica, come dimostrano i dati aggiornati dalla lista rossa IUCN forniti dal WWF Italia. Le acque interne del paese ospitano una percentuale elevatissima di specie ittiche e crostacei di origine non autoctona, superando rispettivamente il 60% e il 50%. Questa massiccia introduzione, spesso legata alle attività di pesca sportiva, ha alterato profondamente gli equilibri ecologici. Di conseguenza, il 63% delle specie ittiche native, pari a 35 su 56, è ora a rischio di estinzione. Tra queste, quindici specie sono considerate in 'pericolo critico', a un passo dalla scomparsa definitiva, come l'anguilla, il carpione del Garda, la trota marmorata e lo storione cobice. Nonostante un decreto ministeriale del 2020 avesse vietato l'introduzione di specie ittiche alloctone, in linea con la Direttiva Habitat europea, il WWF segnala tentativi di aggirare la normativa e il rischio di un allentamento dei divieti a livello nazionale, che favorirebbe la pesca ricreativa. Questa prospettiva, definita dal WWF come una 'inaccettabile deregolamentazione', potrebbe portare a severe sanzioni dall'Unione Europea.
Per affrontare questa crisi ecologica e prevenire un'ulteriore perdita di biodiversità, è fondamentale un impegno congiunto e determinato. Le istituzioni devono resistere alle pressioni che mirano a indebolire le normative esistenti, rafforzando piuttosto le politiche di conservazione e ripristino degli habitat naturali. È essenziale promuovere una maggiore consapevolezza pubblica sull'importanza della biodiversità acquatica e sull'impatto delle specie aliene. Solo attraverso azioni concrete e una visione a lungo termine sarà possibile salvaguardare la ricchezza naturale dei nostri fiumi e laghi per le generazioni future, trasformando la crisi attuale in un'opportunità per un futuro più sostenibile e in armonia con la natura.