L'iniziativa inclusiva di Primark: manichini su sedia a rotelle e la controversia sulla sostenibilità

La Moda Inclusiva Incontra la Realta' del Fast Fashion
Primark abbraccia l'inclusione con \"Sophie\", il manichino rivoluzionario su sedia a rotelle
Primark, il gigante del fast fashion, ha recentemente introdotto nei suoi punti vendita un manichino innovativo, denominato \"Sophie\", raffigurante una persona seduta su una sedia a rotelle. Questa iniziativa \u00e8 stata sviluppata in collaborazione con Sophie Morgan, conduttrice televisiva e attivista per i diritti delle persone con disabilit\u00e0. Dopo un'iniziale diffusione in 22 negozi in nove nazioni, compreso lo store di via Torino a Milano, \"Sophie\" sar\u00e0 integrato nell'allestimento delle vetrine, in particolare per la linea Adaptive, una collezione di abbigliamento pensata per le persone con disabilit\u00e0.
La strategia di inclusione del colosso del low cost: un impegno autentico o una mossa di marketing?
La decisione di Primark di adottare il manichino \"Sophie\" si inserisce in un pi\u00f9 ampio progetto del marchio, volto a rendere i suoi negozi pi\u00f9 accessibili e a promuovere la diversit\u00e0, rendendo la moda disponibile a un pubblico pi\u00f9 vasto. Il team di visual merchandising di Primark ha dedicato oltre un anno alla realizzazione del manichino, collaborando strettamente con Sophie Morgan per assicurare una rappresentazione fedele e autentica di una persona su sedia a rotelle, curando ogni dettaglio, inclusa la postura e la sedia a rotelle su misura.
L'ombra del \"greenwashing\" e le sfide etiche del fast fashion
Nonostante l'apprezzabile iniziativa di inclusione, \u00e8 fondamentale analizzare il contesto in cui si inserisce. Primark \u00e8 infatti un attore principale nel settore del fast fashion, un modello di business caratterizzato da produzione intensiva, costi contenuti e un impatto ambientale e sociale significativo. Questo include lo sfruttamento della manodopera, l'enorme produzione di rifiuti tessili e il consumo eccessivo di risorse naturali. Pertanto, l'introduzione di \"Sophie\", pur essendo un passo positivo dal punto di vista simbolico, potrebbe essere percepita come un'operazione di \"greenwashing\" o \"diversity-washing\". Si tratta di una strategia che mira a migliorare l'immagine del brand, distogliendo l'attenzione dalle sue pratiche meno sostenibili. La promozione dell'inclusione, se non accompagnata da un impegno concreto per affrontare le contraddizioni ambientali e sociali, rischia di apparire come un pretesto per non modificare il modello economico di fondo del fast fashion.