Mentre in Italia il dibattito sull'introduzione dell'educazione emotiva nelle istituzioni scolastiche stenta a concretizzarsi, il Giappone ha già compiuto un passo significativo in questa direzione. È stato lanciato un programma scolastico pionieristico, finalizzato a supportare gli studenti delle scuole superiori nello sviluppo di competenze emotive cruciali per il loro benessere psicologico. Questa iniziativa, denominata MIRaES, emerge come una risposta proattiva alla crescente incidenza di disagi emotivi tra i giovani, offrendo un approccio strutturato per coltivare la consapevolezza e la gestione delle emozioni.
Il progetto MIRaES, acronimo di \"Mastery of Interpersonal Relationships and Emotional Skills\" (Padronanza delle Relazioni Interpersonali e delle Competenze Emotive), rappresenta un percorso formativo annuale specificamente ideato per prevenire il malessere emotivo, con particolare attenzione ai sintomi depressivi tra gli adolescenti. L'iniziativa non è affatto casuale, bensì una risposta ponderata al sistema educativo giapponese, noto per la sua intensa competitività e per la notevole pressione psicologica che esercita sugli studenti. Le aspettative elevate e le limitate opportunità di errore in un ambiente accademico così esigente hanno talvolta alimentato crisi giovanili, inclusi fenomeni di isolamento sociale come quello degli hikikomori, adolescenti che si ritirano dalla vita sociale per sfuggire alle stringenti richieste della società.
In questo contesto, il programma MIRaES si inserisce come una soluzione vitale, concepita dalla professoressa Akiko Ogata dell'Università di Hiroshima. La sua ricerca ha portato alla creazione di un modello educativo che mira a rafforzare la resilienza emotiva dei giovani. L'importanza di tale intervento è amplificata dalla crisi globale della salute mentale adolescenziale, caratterizzata da un allarmante aumento dei sintomi depressivi, specialmente tra gli studenti delle scuole superiori. La depressione in questa fase della vita non è una condizione transitoria, ma comporta gravi conseguenze per il rendimento accademico, l'integrazione sociale e le prospettive future dell'individuo. In Giappone, una parte considerevole degli studenti manifesta sintomi depressivi che superano le soglie cliniche, rendendo indispensabili misure preventive efficaci. Le istituzioni educative si rivelano quindi un terreno fertile per implementare interventi, data la loro capacità di raggiungere un'ampia popolazione studentesca in una fase cruciale dello sviluppo.
Il piano di studi del MIRaES si articola in dodici incontri distribuiti lungo l'anno scolastico, tutti facilitati da psicologi clinici in sinergia con il corpo docente. Il programma si concentra su quattro pilastri fondamentali: lo sviluppo dell'assertività per una comunicazione efficace dei propri bisogni, la ristrutturazione cognitiva per identificare e modificare schemi di pensiero negativi, la gestione costruttiva della rabbia per incanalare emozioni intense in modo sano, e il potenziamento delle abilità di problem-solving per affrontare le sfide quotidiane. Questo approccio metodico e ben strutturato privilegia l'applicazione pratica rispetto alla mera teoria, garantendo un'esperienza formativa concreta.
Uno studio condotto su 120 studenti giapponesi ha rivelato risultati promettenti: i partecipanti che hanno frequentato assiduamente il programma (almeno undici incontri su dodici) non hanno mostrato alcun peggioramento dei sintomi depressivi. Al contrario, coloro che hanno saltato un numero maggiore di lezioni hanno registrato un aumento del disagio. Questi dati confermano quanto già suggerito da numerose ricerche: l'investimento nell'educazione emotiva produce un impatto positivo tangibile sul benessere psicologico. Questa evidenza rafforza l'urgenza di integrare tali competenze nei curricoli scolastici.
In contrasto, in Italia, la discussione sull'educazione emotiva rimane stagnante. Nonostante l'approvazione di una proposta di legge alla Camera nel 2022, mirata a introdurre sperimentalmente l'insegnamento dell'intelligenza emotiva in tutte le scuole, il provvedimento è ancora in attesa al Senato, bloccato come molte altre iniziative volte al miglioramento del benessere studentesco. Nel frattempo, il disagio psicologico tra i giovani continua a crescere, manifestandosi con un aumento dei casi di autolesionismo e delle richieste di aiuto. L'Italia, in questo contesto, deve riconoscere l'importanza vitale di integrare l'educazione emotiva nel sistema scolastico. Formare giovani capaci di comprendere e gestire le proprie emozioni, affrontare lo stress e comunicare in modo efficace è diventata una priorità sia educativa che sociale. Il Giappone ha compreso questa necessità impellente, e ora la domanda sorge spontanea: quando sarà il turno dell'Italia?
Il capolavoro animato dello Studio Ghibli, \"La tomba delle lucciole\", si appresta a tornare sul grande schermo, offrendo al pubblico l'opportunità di riflettere sulla devastante realtà dei conflitti e sulla forza dello spirito umano di fronte alle avversità. Questa riedizione cinematografica, promossa da Lucky Red, giunge in un momento storico significativo, l'ottantesimo anniversario del bombardamento di Hiroshima, richiamando l'attenzione sulle tragedie che hanno segnato il ventesimo secolo e che purtroppo continuano a manifestarsi in diverse parti del mondo, come a Gaza. L'opera di Isao Takahata, un racconto semi-autobiografico di Akiyuki Nosaka, è un monito potente contro la crudeltà e la disumanità intrinseche alla guerra, toccando corde emotive profonde e stimolando una necessaria empatia verso le vittime.
La trama si concentra sulla straziante odissea di Seita, un quattordicenne, e della sua sorellina Setsuko, che si ritrovano orfani e soli dopo i raid aerei americani su Kobe. La loro lotta per la sopravvivenza in un mondo sconvolto dalla Seconda Guerra Mondiale è narrata con un realismo quasi brutale, distinguendo questo film dalle opere più fantasiose dello Studio Ghibli. \"La tomba delle lucciole\", rilasciato per la prima volta nel 1988, si basa sul romanzo \"Hotaru no haka\" di Akiyuki Nosaka e si distingue per la sua capacità di mostrare le inimmaginabili difficoltà incontrate dai civili giapponesi durante il conflitto.
Le vicende dei due giovani protagonisti offrono uno sguardo toccante sulle conseguenze dirette della guerra sulla popolazione inerme. La pellicola non risparmia allo spettatore scene di profondo impatto emotivo, che, pur essendo ambientate in un contesto storico specifico, risuonano con le tragedie contemporanee. Questo rende il film non solo un pezzo di storia dell'animazione, ma anche un'opera attualissima, capace di provocare una riflessione critica sull'orrore della guerra, un tema che, purtroppo, sembra non esaurirsi mai.
Lucky Red ha programmato la distribuzione del film nelle sale italiane per una settimana, dal 18 al 24 settembre 2025. Sarà possibile assistere alle proiezioni sia nella versione doppiata in italiano che in quella originale con sottotitoli, offrendo così diverse opzioni per apprezzare l'autenticità dell'opera. Inoltre, sono previste iniziative dedicate alle scuole, con la possibilità di organizzare proiezioni per sensibilizzare le nuove generazioni sui temi trattati dal film, un'opportunità preziosa per educare all'empatia e alla consapevolezza storica.
La riproposizione di \"La tomba delle lucciole\" è un'occasione imperdibile per chiunque desideri confrontarsi con una narrazione potente e commovente, che evidenzia la fragilità dell'esistenza umana di fronte alla violenza e la disperata ricerca di speranza anche negli scenari più bui. La storia di Seita e Setsuko è un'eterna testimonianza della capacità dell'arte di conservare la memoria storica e di stimolare la riflessione critica su temi universali come la guerra, la perdita e la resilienza.
Nel cuore della Val Brembana, la piccola e suggestiva frazione di Tagliata, parte del comune di Costa Serina, ha vissuto una trasformazione straordinaria. Con una popolazione di soli due abitanti permanenti, questo borgo ha catturato l'attenzione generale grazie a un'innovativa installazione artistica. Ben tremila libri sono stati sapientemente disposti lungo la sua arteria principale, lunga quarantacinque metri, convertendola in un vero e proprio santuario della letteratura a cielo aperto. Questo evento non è stato solo una dimostrazione creativa, ma un potente messaggio sul potere della lettura e della conoscenza condivisa.
L'ambizioso progetto, intitolato “Una strada di libri”, è nato dall'ingegno del giornalista Giovanni Cortinovis, già promotore della biblioteca estiva di Tagliata, un'iniziativa che ha riscosso grande successo tra i villeggianti e gli appassionati di lettura sin dalla sua inaugurazione nel 2024. I volumi utilizzati per l'installazione provengono direttamente da questa collezione, creando una connessione diretta tra il luogo e la sua nuova identità culturale. La disposizione dei libri è stata studiata per guidare i visitatori lungo un percorso metaforico, dove ogni passo simboleggia un'esplorazione tra storie e conoscenze. Questo allestimento è stato un omaggio vivente al concetto che la lettura è un viaggio continuo, un percorso di scoperta e crescita personale che arricchisce l'individuo a ogni pagina sfogliata. Il significato intrinseco dell'opera risiede nel messaggio che il sapere non è statico, ma dinamico e in evoluzione, proprio come un sentiero da percorrere.
L'idea alla base di questa installazione è semplice ma profondamente evocativa: la lettura è un processo che spinge al progresso, alla scoperta e al cambiamento. Anche se la via non era transitabile fisicamente durante l'evento, il messaggio di fondo è risuonato forte e chiaro: la conoscenza si costruisce passo dopo passo, immersi nelle parole e nelle idee. Questa rappresentazione tangibile del percorso conoscitivo ha offerto ai visitatori un'esperienza unica e memorabile. L'iniziativa ha dimostrato come anche un piccolo insediamento possa diventare un centro di riferimento culturale, promuovendo la passione per i libri e la condivisione della cultura. La trasformazione della via principale in una biblioteca all'aperto ha rafforzato l'idea che il sapere è accessibile a tutti e che può fiorire anche nei luoghi più inattesi, creando un ponte tra il passato, il presente e il futuro attraverso le pagine dei libri.
Al termine dell'evento, i numerosi partecipanti hanno avuto l'opportunità di scegliere due libri da portare con sé, un gesto simbolico per perpetuare l'esperienza e mantenerne viva la memoria. Questo ha rappresentato non solo un ricordo tangibile, ma anche un invito a riscoprire il valore del tempo scandito, del silenzio meditativo e della condivisione intellettuale. I coniugi Luisa e Lorenzo Cortinovis, gli unici abitanti permanenti di Tagliata, hanno espresso la loro profonda commozione e felicità per l'iniziativa, che ha infuso nuova vita e ha portato un'onda di cultura nel loro tranquillo angolo di mondo, mostrando come anche la più piccola comunità possa generare un impatto significativo.
Grazie a questa straordinaria installazione e alla presenza della biblioteca estiva, Tagliata si sta rapidamente affermando come una destinazione imperdibile per i bibliofili e per chiunque sia curioso di esplorare progetti culturali innovativi. La visibilità del borgo è stata amplificata ulteriormente dalla creazione del gruppo Facebook \"Il favoloso mondo di Tagliata\", che ha contribuito a diffondere la sua storia e a creare una comunità online di sostenitori. Questo caso esemplare dimostra con forza come anche un luogo di dimensioni contenute possa dare vita a grandi iniziative culturali, capaci di connettere epoche diverse e di unire le persone attraverso il filo conduttore della lettura. È un'ulteriore conferma che la cultura e l'innovazione possono prosperare in ogni contesto, trasformando piccoli luoghi in centri di ispirazione e crescita collettiva.